Sentieri Montani di Cittàducale
Escursione n. 022: Cittaducale, Cimata di Castello; per la Valle Ottara e il Fosso delle Valli
Cittaducale, Cimata di Castello (giro ad anello)
per la Valle Ottara e il Fosso delle Valli
ritorno per la Serra di Mozza, Fonte San Lorenzo, Prata Coste
tempo di salita: 5 ore
tempo di discesa stessa via: 3.30 ore
tempo di discesa anello: 3.30 ore
ascesa: 1200 m
sviluppo: 22 Km Traccia GPX
Premessa:
La prima parte di questo itinerario è simile all'Escursione n. 001. Dalla Cimata di Castello spettacolare vista del Terminillo, Monte Giano, Monte Calvo, Gran Sasso, Gruppo del Velino, Gruppo della Maiella, Monte Nuria, il paese di Borgovelino e le Gole di Antrodoco
Descrizione:
A piedi dalla stazione ferroviaria di Cittaducale (401 m), si prende la strada che sale verso il paese, direzione Nord-Est; all’ incrocio con la vecchia Strada Salaria (417 m) si prosegue dritti imboccando la sterrata che risale l’ampia Valle Ottara. Si superano numerosi casali e terreni coltivati, si trascurano le strade di destra e sinistra e si arriva all’inizio del bosco dove la sterrata diviene sentiero.
Quando la valle si restringe e il fondo si fa impraticabile (520 m, 0.30 ore) si attraversa il fosso e lo si risale sul suo lato destro (senso di marcia). Seguendo sempre la gola (che si tiene a sinistra) si arriva nel punto di confluenza della Valle Ottara con il Fosso dell’Origine (590 m). Si continua dritti nel letto della Valle Ottara per 200 metri e si esce su una piccola strada asfaltata, a sinistra di un ponticello, di fronte a una vecchia cava (“la Cava”, 607 m, 0.30 ore)
Nota: Chi non vuole fare a piedi questa parte iniziale del percorso, fin qui, si può arrivare comodamente in auto. Da Cittaducale, per chi proviene da Rieti, dopo la Torre Angioina, si prende a sinistra via San Francesco, si passa accanto al cimitero e si sale sempre su asfalto. A un trivio si va a sinistra (Via San Felice da Cantalice) salendo ancora per qualche centinaio di metri fin dove la strada va in piano. Si lascia a destra la sterrata che, superato un cancello, sale al Convento dei Cappuccini e si continua su asfalto (strada comunale n. 10 del Terminillo) fino al tornante citato in precedenza. Si parcheggia cento metri più avanti vicino all’antica cava, (si guadagna così tra a/r 1.45 ore, ascesa di 130 metri e 6 chilometri).
Guardando la vecchia cava si prende a destra e, percorsi pochi metri, si arriva al centro di un ampio tornante dove c’è una biforcazione, si va a sinistra seguendo la sterrata che, in direzione Nord-Est, risale la Valle Ottara rimanendo, per parecchi tratti, sul fondo. Si continua a salire con una pendenza molto dolce sulla strada che si potrebbe trovare in ottime condizioni se utilizzata ancora dai tagliaboschi ma in pessime condizioni se è stata abbandonata dagli stessi (perché rimane in balia di eventi meteo estremi).
L’ambiente è selvaggio, si è circondati da una faggeta molto fitta che scende dai versanti scoscesi. Si prosegue lungamente su una strada ormai diventata mulattiera che rimane a sinistra rispetto alla gola. Nel punto dove si attraversa il canale (in secca, 950 m) si nota la forza dell’acqua durante le piogge torrenziali che trasporta giù di tutto: alberi, rami, massi scavando grosse buche. Il paesaggio è particolarmente luminoso dato che si riflettono al sole, rocce, sassi, breccia e sabbia bianca.
Da questo punto in poi la valle prende il nome di Fosso delle Valli. Si rientra nel bosco avendo la forra a sinistra e si giunge su una piccola radura dove il sentiero sembra terminare (985 m, 1.30 ore). Si scende a sinistra nel letto del fosso, percorsi una decina di metri si sale a sinistra seguendo una via indicata da vecchi segni bianco-rossi, che rimane sempre alta e parallela rispetto al fondo della valle che ora si ha a destra.
Quando la traccia piega a sinistra (Nord, 1050 m) la si lascia per trovare un percorso che ci consente, a destra, di ritornare nel letto del fosso che si raggiunge pochi metri a monte dell’incassato e ripido Fosso Melangara che scende da Sud-Est. Si prosegue nel canale zigzagando tra macigni fino ad arrivare nel punto dove questo si biforca (1040 m, 0.30 ore).
Il ramo di sinistra (Nord), senza nome su IGM, per comodità lo chiamiamo “Fosso Tricaglioli” e lo trascuriamo, quello che prosegue dritto (Nord-Est), all’inizio ripido, si divide a sua volta in due rami: il primo prosegue sempre nella stessa direzione (Nord-Est) ed è chiamato Fosso delle Valli, il ramo di destra (che si sviluppa prima in direzione Est e poi Sud-Est, lo chiamiamo Fosso Riofraggio) è quello che seguiremo e che porta alla Fonte Riofraggio.
Dal fondo del fosso principale (1040 m) si sale la scarpata boscosa divisa dal fosso della Fonte Melangara che si ha a destra e dal fosso della fonte Riofraggio che si ha a sinistra. Si piega progressivamente a sinistra, cercando di seguire, per quanto è possibile, antiche mulattiere (questo tratto è un po’ difficile per la folta vegetazione dovuta al taglio ciclico del bosco) fino a giungere sul bordo del fosso Riofraggio e oltrepassarlo (1160 m).
Si prosegue tra scoscese radure e bosco sempre avendo come riferimento il letto del canale che si ha a destra. Giunti a quota 1230 m si riattraversa il fosso e si continua a salire su tracce di sentiero (qui più visibili) parallelamente al solco fino a giungere in una radura boscosa dove, alla base di uno stretto e pietroso valloncello, c’è quello che resta della Fonte Riofraggio (1293 m, 1 ora). Presso la sorgente che alimentava la fonte ci sono rimaste delle pietre ammucchiate e delle canaline scavate in tronchi di legno ormai marce e null’altro.
Dalla Fonte Riofraggio con un traverso nel bosco verso Ovest, seguendo tracce di animali, e poi verso Sud si giunge rapidamente sulla sterrata Cittaducale-Cinque Confini nel punto dove c’è la Fonte Melangara ora rifatta in cemento armato. Fino a pochi anni fa le vasche erano in pietra ma in pessime condizioni (1310 m , 0.15 ore).
Guardando la fonte dalla sterrata, a destra si nota una larga e fangosa mulattiera che, in direzione Sud-Est porta alla sella tra la Serra di Mozza e la Cimata di Castello (1401 m). Raggiunto il valico in pochi minuti si sale verso Nord sulla Cimata di Castello (1503 m, 0.45 ore). Da qui si gode una spettacolare vista del Terminillo, Monte Giano, Monte Calvo, Gran Sasso, Gruppo del Velino, Gruppo della Maiella, Monte Nuria, il paese di Borgovelino e le Gole di Antrodoco.
Per la discesa si segue la stessa via dell’andata impiegando 3.30 ore fino alla stazione; oppure, in alternativa, si percorrere tutta la cresta della Serra di Mozza (direzione Sud-Ovest) fino a Prato Micciolo (località Alberobello) dove si incontra e si segue, a sinistra, la sterrata Cittaducale-Cinque Confini.
Si supera uno stazzo ancora in uso in estate (stazzo di Valle Rimalle) e si arriva alla “Fonte del Cignale" (1065 m), così è scritto sul muro della fonte. Si abbandona la carreggiata e si percorre la valle dietro la fonte, direzione Sud-Ovest. Dopo aver superato un piccolo tratto di fitta vegetazione ci si immette in una piccola radura dove transita uno sterrato di servizio ai tagliaboschi (a Sud della località Rognale) che si prende a destra (la strada se non viene più utilizzata diventa una larga mulattiera).
Si continua a scendere in un bosco diradato rimanendo sul versante destro (senso orografico) del fosso, prima che questo diventa ripido e profondo lo si attraversa e ci si porta sul versante sinistro (Vedi Nota1) dove si continua a seguire il profondo impluvio fino a raggiungere il bottino dell’Origine che si vede in basso a destra (antico acquedotto di Cittaducale, qui c’era fino al 2011 un secondo bottino che alimentava la Fonte di San Lorenzo, 900 m, poi qualcuno ha deciso di eliminarlo e il fontanile, non più alimentato, è diventato un rudere).
Nota1: nel 2024 è stato aperto dai bikers un sentiero anche sul versante destro del fosso che termina presso il rudere della Fonte San Lorenzo, quindi è a discrezione dell’escursionista scegliere il sentiero di sinistra o di destra.
Dalla fonte si scende su sterrata fino a una biforcazione nelle vicinanze di un altro bottino (850 m, la via di fronte, che sale ripidamente, porta alla presa d’acqua della località Cerasa), si va a sinistra, si supera uno slargo, si tiene a destra l’Arco di San Lorenzo e si continua a scendere lungamente con leggera pendenza sulla via principale.
Si giunge cosi a un bivio (755 m, nel centro della diramazione c’è un tombino), si va a destra e si arriva subito sul prato detto Prata Coste dove a sinistra c’è un altro bottino e la Fonte Pratacoste (738 m). Si continua a scendere lungo lo stradino per un centinaio di metri fino a una curva verso sinistra, da qui a destra parte una mulattiera (percorsa anche dai biker) che taglia il costone Nord di Prata Coste e porta al curvone della località la Cava (607 m) sulla strada Cittaducale-Petèscia-Casale D’Antoni.
La gita per chi è salito in auto da Cittaducale fino alla Cava è finita (2.45 ore), altrimenti si segue la strada asfaltata a sinistra, si attraversa il centro storico di Cittaducale e si scende per le scalette fino alla stazione ferroviaria (3.30 ore).
cartina OpenStreetMapa
001 - Valle Ottara, zona utilizzata dai tagliaboschi per il deposito e trasporto del legname
002 - la base del Fosso delle Valli, punto in cui si divide in due rami
003 - Fosso delle Valli, particolare del ramo di sinistra
004 - Fosso delle Valli, particolare del ramo di destra
005 - salendo il ramo di destra del Fosso delle Valli
006 - ramo destro del Fosso delle Valli che porta alla Fonte Riofraggio
007 - Fonte Riofraggio 1293 m, dal mucchio di pietre fuoriesce l'acqua
008 - Fonte Melangara raggiunta salendo per la Valle Ottara e il Fosso delle Valli
009 - Fonte Melangara 1310 m, si trovaa 500 metri a Sud rispetto alla Fonte Riofraggio
010 - sulla sterrata tra Fonte Melangara e Forchicchia dei Preti
011 - il Terminillo visto dalla Cimata di Castello (una giornata invernale senza neve)
012 - il Terminillo e il Monte Elefante visti da Cimata di Castello 1503 m (una giornata invernale senza neve)
013 - Monte Giano, Gran Sasso e Monte Calvo visti dalla Cimata di Castello
014 - Fonte San Lorenzo 920 m
015 - l'Arco di San Lorenzo 870 m
016 - Fonte Pratacoste 738 m
017 - uno sguardo dalla Serra di Mozza
018 - la lunga e spettacolare cresta che dal Prato Micciolo (Alberobello) porta alla Cimata di Castello
019 - a sinistra il Monte Elefante
020 - un piccolo tratto di bosco lungo la cresta
021 - sulla Cimata di Castello 1503 m
022 - dalla Cimata di Castello uno sguardo a 180 gradi: Monte Cardito, Terminilluccio, Terminilletto, Terminillo, Monte Rotondo,
quota 1975 m (a sinistra di questa quota c’è la Sella di Leonessa)…
023 - …Terminillo, Monte Elefante…
024 - …il paese di Micigliano, il Gruppo della Laga (Pizzo di Sevo, Cima Lepri, Pizzo di Moscio, Monte Gorzano, Monte di Mezzo di Campotosto),
Monte Giano…
025 - …Monte Giano, Monte Calvo, Majella…
026 - …Monte Calvo, Majella, Gruppo Velino-Sirente, Monte Nuria…
027 - …Gruppo Velino-Sirente, Monte Nuria
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Ultima modifica: 30 Aprile 2018