Appennino oltre i 2000 metri
Monte Amaro, Cima dell’Altare; dalla Fonte di Nunzio per la Fonte dell'Orso e la Forchetta di Majella
Monte Amaro, Cima dell’Altare
dalla Fonte di Nunzio per la Fonte dell'Orso e la Forchetta di Majella
Nota:
tempo di salita fino al Monte Amaro: 5.30 ore - ascesa 1650 m
tempo dal Monte Amaro alla Cima dell'Altare: 1 ora
tempo di ritorno dalla Cima dell'Altare all'auto: 3.30 ore
tempo complessivo: 10 ore - ascesa 1800 m - Km 26 - Traccia GPX
da non fare in caso di meteo instabile
altri percorsi:
Monte Amaro dal Rifugio Bruno Pomilio per i Tre Portoni
Fare riferimento alla cartina “Club Alpino Italiano, Sezione di Chieti, GRUPPO DELLA MAJELLA, Carta dei Sentieri, scala 1:25000, Litografia Artistica Cartografica, Firenze”
"MAJELLA, scala 1:25000, Edizioni IL LUPO"
"Parco Nazionale della Majella" - carta escursionistica - scala 1:25.000 - Foglio Nord e Foglio Sud
Percorso auto:
Dall’Autostrada A24 Roma-L’Aquila-Teramo e poi A25 per Pescara (Strada dei Parchi) si esce al casello Pratola Peligna-Sulmona.
Si imbocca la SS 17 che aggira i due paesi tenendoli a destra, ad un bivio si gira a sinistra per i paesi di Pacentro-Cansano-Campo di Giove; al successivo bivio si prende la deviazione a sinistra per Pacentro e, usciti dall’abitato, si continua a salire fino all'incrocio con la strada che collega i paesi di Santa Eufemia a Majella-Roccacaramanico-Campo di Giove.
Al bivio (quota 1227 m) si va a destra per Campo di Giove; percorsi poco più di 1 Km si giunge presso un curvone, quota 1249 m (località Fonte di Nunzio), dove a sinistra (Est) parte il sentiero P5 (ex numero 13), c’è una sterrata chiusa al traffico da una catena e segnali escursionistici, qui si parcheggia.
Descrizione:
Si inizia a percorrere la sterrata che si lascia dopo poco più di 500 metri per prendere a sinistra un sentiero molto ben segnato (da notare che il CAI di Sulmona ha fatto un ottimo lavoro segnando in maniera perfetta questa via).
Si sale ripidamente a zigzag nel bosco su fondo comodo, più in alto si incrocia la sterrata abbandonata in precedenza e la si lascia nuovamente guadagnando quota, infine ci si immette ancora sulla sterrata che però finisce poco più avanti.
Si sale sempre ripidamente e a svolte nel bosco fino a uscirne presso la caratteristica Fonte dell’Orso, quota 1706 m, 50 minuti (esce un filetto d’acqua che va a finire in due vasche messe in cascata e scavate in tronchi di legno).
Con una lunga diagonale si raggiunge lo Stazzo 1836 m, c’è rimasto la base dei muri perimetrali e tutto in torno un verde intenso rispetto al prato circostante. Il sentiero passa poco più sopra del rudere (al contrario di com’è disegnato sulla cartina), pochi metri più avanti c’è l’incrocio con il sentiero P4, ex 13A, che sale da Fonte Romana e porta a Campo di Giove.
Si segue questo sentiero a sinistra per 1 Km fino ad un secondo bivio dove lo si abbandona per prendere a sinistra quello numerato P1, ex 1E, che sale a mezza costa il Fondo di Majella, poi a ripide svolte, su pietraio, si raggiunge la Forchetta di Majella 2390 m. Ottimo il panorama sulla Piana di Sulmona, Pacentro, il Gruppo del Monte Morrone e una parte dei monti del PNALM.
Tempo di salita (dalla base di partenza) 2,30 ore.
Ora, in leggerissima discesa, si costeggia il Fondo di Femmina Morta (un caratteristico altopiano circolare che si tiene a destra) e si entra nella Valle di Femmina Morta a quota 2380 m, qui termina il sentiero P1 e si continua sul sentiero P, ex numero 1, proveniente da Guado di Coccia-Campo di Giove.
Si percorre la lunga e luminosa valle, ormai stiamo in un ambiente lunare, desertico, circondati da immensi pietrai e sfasciumi; a quota 2488 m il sentiero sale il costone Nord-Ovest del Monte Macellaro toccando la quota di 2554 m dove si giunge ad un quadrivio di sentieri, la località è chiamata Altare dello Stincone, c’è una tabella metallica con inciso il nome (in realtà l’Altare dello Stincone è la quota di 2413 m che si trova 2 Km più a Sud-Est di questo luogo e domina la Valle di Taranta, vedi articolo uscito sulla rivista del Club Alpino Italiano - Lo Scarpone n. 10/1995 pag 54).
Ancora in direzione Nord, in poco tempo si giunge sulla cresta dove si trova la Grotta Canosa 2604 m (altra tabella metallica). Con una piccola deviazione si può andare a curiosare, poi, senza tornare indietro, si aggira la grotta tenendola a sinistra e deviando in direzione Nord-Ovest si riprendere il sentiero poco prima lasciato.
Salendo lungo l’ampia dorsale si raggiunge il Caratteristico Bivacco Pelino (di forma rotonda e colore rosso, sembra un disco volante) e poco più in alto la Croce di vetta del Monte Amaro (tempo totale 5,30 ore, dislivello di salita 1650 m circa).
Per toccare l'omino di pietre della Cima dell'Altare dal Monte Amaro si ritorna alla Grotta Canosa e poi si attraversa tutto il Piano Amaro in direzione Nord-Est (il percorso non è segnato sul campo e non c'è sentiero) fino all'evidente punta di quota 2542 m, 1 ora.
Tempo di ritorno dalla Cima dell'Altare all'auto, per la via d'andata, è di 3,30 ore - ascesa totale 1800 m - Km percorsi 26
cartina 1-2 particolare del Fondo di Majella
cartina 2-2
grafico altimetrico
001a - Fonte di Nunzio 1249 m, non c'è un fontanile ma una sorgente
001b - Fonte di Nunzio 1249 m, particolare
001 - dalla località Fonte di Nunzio, 1249 m, uno sguardo sul Monte Morrone
002 - la Forchetta di Majella vista dalla base di partenza dell’escursione (località Fonte di Nunzio 1249 m)
003 - il sentiero ha cambiato nome da n. 13 a P5
004 - Fonte dell’Orso 1706 m
005 - il Fondo di Majella 1750 m
006 - segnaletica nei pressi dello Stazzo, quota 1836 m, con i numeri dei sentieri corretti
007 - la faticosa rampa da risalire per raggiungere la Forchetta di Majella
008 - raggiunta la Forchetta di Majella, tempo impiegato dalla partenza 2,30 ore (di solito ci si impiega 3 ore)
009 - il Fondo di Femmina Morta visto dalla Forchetta di Majella
010 - il Laghetto, 2451 m, nella Valle di Femmina Morta
011 - cartello che indica erroneamente l’Altare dello Stincone
012 - in vista della Grotta Canosa 2604 m
012a - la nuova segnaletica (ricognizione Giugno 2017), la Grotta Canosa ricoperta dalla neve
013 - indicazioni per la Grotta Canosa
014 - la Grotta Canosa, ottima come ricovero d’emergenza anche se dentro è abbastanza freddo
015 - la Grotta canosa 2604 m
016 - la Grotta Canosa 2604 m
017 - salendo lungo la cresta Sud-Est del Monte Amaro
018 - salendo lungo la cresta Sud-Est del Monte Amaro
019 - in vista del Bivacco Mario Pelino a pochi metri dalla cima del Monte Amaro
020 - ci sono parecchi escursionisti
021 - un primo piano del Bivacco Mario Pelino, dietro si nota la Croce di vetta con, a destra, un palo
triangolare di ferro che indica il punto trigonometrico
022 - l’interno del Bivacco Mario Pelino, ci sono 10 posti letto
022a - la parete del Bivacco Mario Pelino imbrattata e il vetro di un finestrino rotto (ricognizione
Giugno 2017)
022b - Bivacco Pelino imbrattato da scritte di ogni genere...non ho parole (ricognizione
Giugno 2017)
023 - la vetta del Monte Amaro 2793 m
024 - Monte Amaro 2793 m
025 - il palo triangolare di ferro che indica il punto trigonometrico (uguale a quello che si trova sulla vetta
del Monte Terminillo) e il Bivacco Mario Pelino
026 - il Bivacco Mario Pelino costruito nel 1981 dalla Sezione CAI di Sulmona, a sinistra si notano dei ruderi
testimoni di altri ricoveri qui esistiti: Rifugio Vittorio Emanuele II, edificato in pietra nel 1890 dalla Sezione del
CAI di Roma e distrutto da un bombardamento aereo nel 1944 e Bivacco metallico Falco Maiorano costruito
nel 1965 dalla Sezione CAI di Chieti e distrutto da una bufera nel 1974.
027 - Teresa presso il Rifugio Mario Pelino sul Monte Amaro 2793 m
028 - Giuseppe presso il Rifugio Mario Pelino sul Monte Amaro 2793 m
029 - dalla vetta del Monte Amaro ci avviamo verso la Cima dell’Altare
030 - attraversiamo il Piano Amaro dove ci sono curiosi fenomeni d’erosione carsica
031 - una grotta nel Piano Amaro
032 - l’omino di pietre sulla Cima dell’Altare, grande lo spettacolo verso la costa adriatica se il meteo lo
permetteva..., purtroppo c’era foschia.
Dal Monte Amaro alla Cima dell’Altare ci si impiega 1 ora, tempo di ritorno all’auto 3.30 ore, ascesa totale
1800 m circa.
le foto dal numero 033 al 062 sono relative ad una ricognizione fatta all'inizio Giugno 2017
033 - Valle di Femmina Morta, in fondo Monte Macellaro 2636 m
034 - Valle di Femmina Morta, in questo periodo la neve ancora resiste al caldo
035 - Valle di Femmina Morta; si inizia a vedere la cima del Monte Amaro
036 - Valle di Femmina Morta, in fondo la cima del Monte Amaro con il caratteristico rifugio
037 - Valle di Femmina Morta, molto lunga
038 - Valle di Femmina Morta
039 - Valle di Femmina Morta
040 - Valle di Femmina Morta, ci avviciniamo al Laghetto, quota 2451 m
041 - Valle di Femmina Morta
042 - Valle di Femmina Morta, stupenda immagine dello scioglimento della neve presso il Laghetto
043 - Valle di Femmina Morta, il Laghetto in questo periodo assomiglia al Lago di Pilato (Sibillini)
044 - Valle di Femmina Morta, il Laghetto 1451 m
045 - Valle di Femmina Morta, blocchi di neve ghiacciata che resistono al disgelo
046 - Valle di Femmina Morta
047 - Valle di Femmina Morta, il Laghetto 2451 m
048 - Valle di Femmina Morta, dopo lo stupendo incontro con il Laghetto si prosegue
verso il Monte Amaro
049 - Valle di Femmina Morta, uno sguardo all'indietro
050 - Valle di Femmina Morta
051 - Valle di Femmina Morta
052 - Valle di Femmina Morta
053 - Valle di Femmina Morta, un incontro casuale con una Croce fino ad allora sconosciuta
054 - Valle di Femmina Morta, croce costruita con pesanti travi di ferro saldati
055 - Valle di Femmina Morta
056 - Valle di Femmina Morta, ci troviamo sotto la parete Sud del Monte Amaro
057 - Valle di Femmina Morta, iniziamo l'ascesa verso la vetta con alcuni traversi. La neve
è perfetta, dura quanto basta per la salita senza ramponi
058 - Valle di Femmina Morta
059 - Monte Amaro, il caratteristico Bivacco Pelino, in primo piano i resti del
vecchi rifugio in pietra
060 - Monte Amaro, la Croce e il punto trigonometrico di vetta, quota 2793 m
061 - Monte Amaro 2793 m, una bellissimo panorama
062 - Valle di Femmina Morta, il Laghetto visto dall'alto
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Ultima modifica: 30 Aprile 2018