Cittaducale, Prato Micciolo (località Alberobello)
per il Fosso dell’Origine e le valli della località Rognale
giro parzialmente ad anello
tempo di salita: 3.30 ore
ascesa: 800 m
tempo di discesa: 2.30 ore
difficoltà: EE
sviluppo: 19 Km Traccia GPX
Premessa:
L’itinerario permette di attraversare tutti i valloni della località Rognale; si è immersi nella zona più selvaggia e meno frequentata della montagna. Le Valli (Fossi) che ci accingiamo a percorrere non hanno un nome sulla mappa IGM, per comodità e per individuarli facilmente gli diamo un nome fittizio ( per quanto possibile, uguale alla località che attraversano): Valle o Fosso dell’Origine, Valle Cerasa, Valle Cignale, Valle San Lorenzo, Valle Rognale, Valle Rimalle.
Escursione difficile a causa della salita intera del Fosso dell’Origine che potrebbe essere ostruito da rocce e alberi trasportati dalla furia dell’acqua durante i temporali. La stessa cosa vale per il Fosso Cerasa dove, oltre ai problemi già citati, si aggiunge l’ostacolo della fitta vegetazione, impenetrabile in alcuni tratti a causa di tagli di bosco.
Itinerario avventuroso, molto bello se fatto con lo spirito di “scoperta”, si raggiunge una località assai panoramica della montagna a Nord-Est del paese. Le persone che si accingono a fare l’escursione devono essere allenate, motivate, determinate, attente, “curiose”.
Nell'anno 2007 sulla cima della località “Alberobello” (1277 m) fu posto un altissimo palo controventato in parecchi punti sul quale sono stati collocati strumenti per misure meteorologiche, alimentati da un piccolo pannello solare. Nelle belle giornate, quando il sole era posizionato a Sud-Ovest, il palo, riflettendo la sua luce, diventava visibilissimo da tutto il centro abitato di Cittaducale e da altre zone.
A Novembre del 2010 il palo è stato atterrato. Questo si reggeva con una serie di 4 tiranti d’acciaio posti a 90 gradi l'uno dall'altro, ed è bastato tagliare i cavi da un solo lato e il vento ha fatto il resto, l'asta (molto pesante) è cascata esattamente dalla parte opposta al tirante tagliato. A una ricognizione fatta nel 2015 i pali non c’erano più.
Pochi metri a Sud-Ovest della cima era presente un palo alto non più di 4 metri che un tempo fungeva da portabandiera del rifugio forestale, caratteristico e molto accogliente, esistito fino all’anno 1975 quando venne dato alle fiamme e fu completamente distrutto, ora è rimasto solo la piazzola dove era posto e un mucchio di pietre.
Dalla cima ottimo panorama sulle tre vette del Terminillo, sul Monte Elefante, Monte Navegna, Monte Pellecchia, Monte Gennaro, Rieti, Cittaducale e, in fondo, bellissimo il riflesso del sole sul Mar Mediterraneo.
Descrizione:
Dalla piazza di Cittaducale (480 m) si segue Corso Giuseppe Mazzini; passata la Torre Angioina, si prende a sinistra il viale con i cipressi (Via San Francesco). Si lascia il cimitero a sinistra e si sale sempre su asfalto. Giunti presso un trivio (550 m) si va a sinistra (Via San Felice da Cantalice) salendo ancora per qualche centinaio di metri fin dove la strada va in piano.
Si trascura a destra la sterrata sbarrata da un cancello (578 m) che sale al Convento dei Cappuccini e si continua lungo la strada comunale n. 10 del Terminillo (strada di montagna) fino a incontrare a sinistra un tombino dell'acquedotto e a destra un sentiero dal fondo fangoso. Si prosegue dritti per una decina di metri e si giunge presso un ponticello che supera il fosso della Valle dell’Origine. Prima di oltrepassarlo si scende a destra nell’impluvio e si inizia a percorrerlo in direzione Est (604 m, 0.45 ore).
Si sale senza nessun problema per quattrocento metri, dove i versanti si restringono (650 m) si incontra la prima e unica difficoltà, una paretina di circa 3 metri, passi di III (non ci sono evidenti appigli); se si è da soli e non si è abituati a salite su roccia è meglio rinunciare a passare da lì.
Per superare l’ostacolo si ritorna indietro di cinquanta metri fino a trovare un punto dove è possibile salire sulla scarpata di destra, senso orografico. Si continua a salire su tracce di sentiero avendo il fosso a destra, ci si mantiene sul ciglio del pendio in modo da poter scendere, appena possibile, nuovamente nel letto. Percorsi poco più di trecentocinquanta metri si giunge in un luogo dove si può rientrare nell'alveo avendo superato il punto più critico (720 m, 0.25 ore).
Si continua a salire lungo il selvaggio fosso districandosi tra massi e alberi trasportati durante tempeste di acqua e vento, si giunge cosi ad un incrocio con una mulattiera che, presa a destra porta sulla sterrata che collega Cesa Lunga con l’Arco di San Lorenzo; a sinistra, invece, sale verso la soprastante pineta perdendosi in una radura scoscesa (745 m, 0.15 ore), si trascurano ambedue e si prosegue nel fosso.
La forra in questo tratto è abbastanza comoda, si sale districandosi tra breccia e massi fino al punto dove c’è una biforcazione (810 m); a sinistra si trascura il Fosso Cerasa, un fosso secondario più ripido di quello che stiamo percorrendo, che porta alla sorgente e al bottino della località Cerasa. Si continua a salire nel letto principale fino a passare sotto l’Arco di San Lorenzo (Vedi Nota) (870 m), poco sopra c’è un altro bottino.
Nota: il tratto che passa sotto l’Arco di San Lorenzo di solito è invaso da fitta vegetazione spinosa e da piante orticanti, il momento buono per percorrerlo è dopo un’abbondante nevicata oppure durante il taglio ciclico del bosco quando i taglialegna ci passano con i mezzi adatti al trasporto dei tronchi.
Si esce su un ampia piazzola (875 m, 0.20 ore), punto di congiunzione di tre sterrate, quella principale che a destra scende verso Cittaducale, una che sale verso Nord-Ovest e porta alla località Cerasa e l’altra che sale in direzione Est verso Fonte San Lorenzo. Si sale a sinistra (Nord-Ovest) su una ripida sterrata che ruota in senso orario e giunge presso la sorgente e il bottino della località Cerasa dove termina (910 m, 0.10 ore).
Si avanza in direzione Nord-Est rimanendo sul lato destro (senso di marcia) del Fosso Cerasa, in alcuni tratti conviene proseguire sul fondo, più comodo, anche se occupato da foglie secche. Qui il fosso è delimitato a sinistra dal boscoso Colle Riofragio e a destra dalla dorsale boscosa Rognale. Si piega verso Nord e si esce su un pianoro dove la valle sembra terminare, in realtà si allarga e si divide in due rami, qui la vegetazione è fitta ed impenetrabile (1000 m, 0.20 ore).
Si continua in direzione Est spostandosi sul bordo sinistro della valle (senso di marcia) districandosi tra cespugli spinosi di ogni genere, si trova sempre un sentiero da seguire, percorso da animali selvatici, che attraversa questa vegetazione; dopo un tratto di circa trecento metri si è superato la parte più difficile (1030 m) e si riprende la direzione Nord-Est. La gola si restringe nuovamente, diventa ripida ma libera da vegetazione e con il fondo privo di ostacoli.
Si sale comodamente, mantenendosi sempre nel fondo fino a sbucare sulla sterrata Cittaducale-Tre Faggi (Terminillo) proprio accanto a un vecchio tronco d’albero squadrato e conficcato sul bordo della strada e che porta verniciato da un lato il numero 10 che indica il decimo chilometro da Cittaducale (1170 m, 0.45 ore).
Seguendo la sterrata in salita (con una stupenda veduta sul Gruppo del Monte Nuria dove spicca a sinistra la piramide del Torrecane, sul Monte Giano, Gran Sasso, Monte Calvo, Borgovelino e Antrodoco), si arriva nella località Alberobello (1277 m, 0.30 ore). Dal Colle ottimo panorama su Rieti e la sua piana, sul Casale D’Antoni, su Cittaducale, sulle tre cime del Terminillo e sul Monte Elefante.
Al ritorno si ripercorre la sterrata, si lascia a destra, al chilometro 10 (1170 m), la via appena percorsa e si prosegue per la strada bianca. Si attraversa la Valle Rimalle passando accanto ad alcuni ruderi che fungevano da rifugio per pastori (1115 m), si passa a destra di uno stazzo di lamiera ancora in uso e al bivio si trascura a sinistra la carrozzabile che porta al Peschio del Principe (1074 m, 0.35 ore, freccia escursionistica di legno).
Percorsi poche decine di metri si ignora, a sinistra, il sentiero che scende a Castel Sant'Angelo (palo con freccia escursionistica) e a destra, in una radura, la Fonte del Cignale (1065 m). Continuando lungo la via principale si arriva presso il laghetto e il Casale Lucarelli dove vi è un rifugio ridotto a porcile, antichi stazzi in cemento, un fontanile e una fontana (1042 m, 0.10 ore)
Si abbandona la sterrata costeggiando il laghetto a destra fino ad arrivare dalla parte opposta dove in direzione Nord-Ovest parte il “Fosso San Lorenzo”. Questo, abbastanza ampio, è percorso da una sterrata utilizzata, fino a poco tempo fa, dai tagliaboschi, ora la vegetazione la sta coprendo e si sta trasformando in sentiero. Dopo quattrocento metri si ignora a destra al “Fosso o Valle Cignale” (1000 m), dopo altri duecentocinquanta metri, ancora a destra, si ignora il “Fosso Rimalle” (985 m, 0.10 ore).
In questo punto (985 m), prima che il “Fosso San Lorenzo” si restringe e si fa più marcato, si può scegliere di seguire il sentiero sul lato destro della gola oppure quello sul lato sinistro, tutte e due terminano presso la Fonte San Lorenzo (905 m, diruta, località Origine). Arrivati alla Fonte di San Lorenzo (come già scritto, attualmente senz'acqua e in cattivissimo stato), si scende rapidamente su sterrata fino alla piazzola nei pressi dell’Arco di San Lorenzo (870 m, 0.20 ore).
Si segue la sterrata in direzione di Prata Coste (Ovest), trascurando quella percorsa all’andata che passava sotto l’Arco di San Lorenzo. Dopo due chilometri, al bivio (tombino quasi al centro) si va a destra e si arriva sul prato dove a sinistra c’è la Fonte di Prata Coste (738 m, 0.30 ore), ancora dritti per un centinaio di metri fino a una curva a sinistra; a destra, parte una mulattiera che a mezza costa e poi a serpentina riporta ad intercettare la via percorsa all’andata sulla strada comunale n.10 del Terminillo (604 m, 0.15 ore). Si ritorna a Cittaducale seguendo al contrario lo stesso percorso dell’andata (0.30 ore).
cartina OpenStreetMap
001 - la Valle dell’Origine (o Fosso dell'Origine) vista dal curvone di quota 607 m della sterrata che da Cittaducale sale alla
località Petèscia
002 - il ponticello che attraversa il Fosso dell’Origine, da qui si risale la Valle mantenendosi quasi sempre nel fondo
(salendo da Cittaducale è il primo ponte)
003 - il ponticello visto dall’alveo del Fosso dell’Origine
004 - risaliamo il Fosso dell'Origine il giorno dopo un’abbondante nevicata
005 - ci si mantiene sempre nel fondo superando dei piccoli ostacoli
006 - si procede senza nessuna difficoltà per un buon tratto
007 - il fosso si mantiene sempre abbastanza pulito
008 - in alcuni tratti le pareti diventano verticali, conviene indossare il casco da alpinista
009 - quando si salgono o si scendono valloni mantenendosi nel loro letto c’è sempre il rischio che qualche pietra si stacchi
diventando un proiettile, prudentemente conviene indossare il casco.
010 - altrimenti, senza casco, quando le pareti sono verticali, conviene uscire in tempo dal fosso e superare l’ostacolo
percorrendolo in alto a mezza costa
011 - superato il punto più critico non ci sono più serie difficoltà
012 - risalendo la Valle dell’Origine alla fine si passa sotto l’Arco di San Lorenzo (quota 870 m)
013 - località Cerasa, catasta di legna in attesa per il trasporto a valle
014 - il bottino della località Cerasa (q. 910 m), dietro la presa d’acqua c’è il vallone da seguire (lo chiamiamo per distinguerlo
dagli altri "Fosso Rognale")
015 - quota 1000 m, qui il vallone prende la direzione Est, si fa poco marcato, sembra quasi in piano e la vegetazione è fitta ed
impenetrabile….
016 - dopo un tratto di 300 m circa si è superato il tratto più difficile, il fosso si restringe nuovamente, ridiventa ripido, libero
da vegetazione e con il fondo privo di ostacoli
017 - ...infine si sbuca sulla sterrata Cittaducale-Tre Faggi (Terminillo) proprio accanto a un vecchio tronco d’albero squadrato
e conficcato sul bordo della strada; porta verniciato da un lato il numero 10 che indica il decimo Km da Cittaducale (q. 1170 m)
018 - …seguendo la sterrata in salita si ha uno stupendo spettacolo su tutto il Gruppo del Monte Nuria dove spicca isolato la
piramide del Torrecane (a sinistra)
019 - il Monte Giano, il Gran Sasso, il Monte Calvo, Borgovelino e Antrodoco visti dalla sterrata 1 Km prima di Prato Micciolo
020 - particolare della pineta di Monte Giano, a destra si nota il Massiccio del Gran Sasso
021 - Cimale di quota 1277 m, località Alberobello (Prato Micciolo), palo con strumenti per misure meteorologiche
022 - località Alberobello, il palo più basso era l’asta porta bandiera del rifugio forestale esistito fino all’anno 1975 quando venne
dato alle fiamme, vedi la premessa
023 - il piccolo pannello solare che alimenta gli strumenti per le misure meteorologiche poste sul palo
024 - particolare dei cavi controventi che reggono dritto l’altissimo palo
025 - Casale D’Antoni visto dal Prato Micciolo
026 - Monte Elefante visto dal Prato Micciolo, località Alberobello
027 - al ritorno si passa dietro al laghetto nei pressi del Casale Lucarelli
028 - Nota: a una ricognizione fatta nel mese di Novembre 2010 il palo l'ho trovato atterrato. Questo si reggeva, come già spiegato,
con una serie di 4 tiranti posti a 90 gradi l'uno dall'altro; è bastato tagliare i cavi da un solo lato e il resto l'ha fatto il vento.....
l'asta (molto pesante) è caduta esattamente dalla parte opposta.
029 - il palo si reggeva solo grazie ai tiranti
030 - sicuramente l'antenna non funzionava più da parecchio tempo, nel pannello di controllo si notano dei componenti bruciati,
un fulmine l'ha reso inutilizzabile
i tiranti tagliati per far cadere il palo