Grotta dello Schievo-Lago Vivo
dal Valico di Barrea per la Valle Porcile
giro ad anello
Tempo di salita (fino alla Grotta dello Schievo): 2, 15 ore - ascesa 400 m - Km 6,5
Tempo del giro ad anello 5,45 ore - ascesa 650 m - Km 14 - Traccia GPX
Carta: Parco d’Abruzzo, Carta escursionistica, scala 1:25000, ITER Edizioni
La Grotta dello Schievo fino a pochi anni fa era un posto conosciuto da poche persone, poi, grazie ai nuovi mezzi d’informazione via internet, come Facebook ed altri, è diventata molto nota agli escursionisti che hanno iniziato a frequentarla. Posto incantevole, fatato, la Grotta dello Schievo, da nascosta e inaccessibile è diventata una meta molto ambita. Nel suo interno c’è una cascata non sempre attiva, allo scioglimento delle nevi ha la massima portata e forma un laghetto, il rumore è assordante.
Anche il Torrente Rio Torto, immissario del Lago della Montagna Spaccata, è molto suggestivo, forma delle cascate, l’acqua zampilla serpeggiando tra i massi ricoperti di muschio e la sua acqua spumeggiante contrasta con il verde e gli altri colori circostanti.
Il Lago Vivo è un bacino naturale che varia di molto la sua portata durante le stagioni, interessante vederlo nel suo massimo splendore durante lo scioglimento delle nevi, tra Aprile e maggio.
Percorso auto: Dall’autostrada A25 Torano-Pescara (Strada dei Parchi) si esce al casello di Pescina e si prende la S.S. Marsicana (N° 83) direzione Pescasseroli-Opi-Barrea-Alfedena. Percorsi circa 2 chilometri, dopo l’uscita dal paese di Barrea, si parcheggia sul Valico di Barrea (1168 m) o negli spiazzi vicini.
Descrizione: A piedi si prende la sterrata in direzione Sud, tra rado bosco ed estesi pascoli e si giunge subito ad un incrocio di sentieri, si segue il segnavia K3 trascurando a destra il sentiero K4. Si prosegue in leggera discesa e si arriva ad una seconda biforcazione (1152 m, 0.15 ore), si lascia a sinistra il sentiero K2 per il Lago della Montagna Spaccata e si continua sulla carreggiata principale che prende la direzione Sud-Ovest.
Si continua con leggeri saliscendi entrando in una grande faggeta e ci si avvicina al Rio Torto nella località le Porcine; nella stagione primaverile il torrente diventa impetuoso e rumoroso. Si giunge cosi in una radura dove la sterrata termina e il sentiero si divide per la terza volta (1219 m, 0.45 ore); dritti si segue il segnavia L2, si oltrepassa il torrente su un ponte e ci si dirige verso l’altopiano di Campitelli, si prende invece a destra (Ovest) tenendo il Rio Torto a sinistra e si entra nella Valle Porcile.
Ci si imbatte in un grosso masso dove c’è una lapide scolpita che ricorda una persona e, subito dopo, si incontra una grande presa d’acqua che si trova al lato opposto del torrente, destra senso orografico (dovrebbe essere la vera Sorgente Rio Torto, 1230 m, che non corrisponde a quella segnata sulla mappa e che non esiste sul campo). Il sentiero incomincia a piegare verso Nord-Ovest e si arriva ad una quarta biforcazione (1314 m, 0.20 ore).
Si abbandona il sentiero segnato del Parco K3 che aggira a sinistra la Grotta dello Schievo allontanandosi da questa (per seguirlo è necessario un guado e se la portata d’acqua è notevole bisogna farlo a piedi scalzi) e si segue un sentiero segnato molto bene da strisce di vernice rossa che rimane nel lato sinistro del torrente, senso orografico, sempre in direzione Nord-Ovest.
Si sale ripidamente nel bosco con spettacolare vista verso il Rio Torto che forma numerose cascate e zigzaga tra le rocce ricoperte dal muschio, l’acqua scende spumeggiante e contrasta con il verde e il marrone circostante, il rumore rimane assordante. Si compiono alcuni stretti tornanti e ci si porta sotto le pareti strapiombanti che scendono dal Serrone. Con un minimo di attenzione (l’umidità è tanta, sotto le foglie ci potrebbe stare del fango e si rischia di scivolare) si giunge alla visibile e grande grotta (1495 m, 0.55 ore).
Dentro c’è un piccolo laghetto e l’acqua fuoriesce da un buco con un grande fragore, momento molto suggestivo e indimenticabile. Fatte le foto (se si decide di non tornare indietro ma di continuare il giro ad anello) bisogna attraversare il torrente all’ingresso della grotta. Di solito si passa sui sassi senza bagnarsi le scarpe e stando attenti a non scivolare; se si ha un minimo di esitazione allora conviene attraversare scalzi.
Dall’altra parte ci si può ancora fermare per fare foto e ammirare il grandioso e incredibile spettacolo, la posizione è migliore rispetto a prima del guado perché si vede molto bene dove fuoriesce l’acqua. Appagati dalla visione si prosegue a mezza costa sempre nel bosco su una stretta traccia ma segnata sempre con strisce di vernice rossa in maniera perfetta. Si continua a passare sotto le pareti del Serrone fino a quando queste sono interrotte da un ripido canale (1530 m) che si risale con larghe e corte serpentine in direzione Nord.
A quota 1585 m il fosso, appena risalito, piega a sinistra e riprende la direzione Nord-Ovest, si rimane nell’impluvio ben segnato sempre da strisce rosse, il bosco è sempre fitto. Più avanti si intercetta nuovamente il sentiero K3 (1650 m, 0.50 ore), le bandierine tornano ad essere bianco rosse, si passa accanto ad un inghiottitoio (1665 m) e si attraversa la località Selva Bella (qui se non si fa rumore e sono passati pochi escursionisti c’è la possibilità di incontrare l’orso). A quota 1700 metri (0.15 ore) si giunge ad una biforcazione, si lascia il sentiero K3 che prosegue a sinistra e si segue il K5 a destra (Est). Senza problemi, è segnato bene anche questo, si attraversano delle vallette sempre nel fitto bosco e si intercetta il sentiero K4 che si segue a sinistra, Nord (1670, 0.10 ore).
La discesa è ripida e veloce: all’improvviso si inizia a vedere l’ampia radura dove c’è il Lago Vivo che nella stagione primaverile è alla massima portata. Arrivati sull’altopiano ondulato si passa accanto alla Fonte degli Uccelli (1620 m, 0.15 ore) dove si può bere (a primavera il lago arriva a pochi metri dalla fonte). Si continua a seguire l’evidente traccia che attraversa tutta la radura in direzione Est, sale su un dosso (1626 m) e dall’altra parte continua in discesa nel bosco piegando a Nord-Est.
Superato uno stretto passo (1530 m), dove su una roccia c’è un’immagine sacra (Madonna delle Grazie o del Buon Passo), si scende a serpentina nella Valle Resione che si percorre tutta fino ad incrociare la sterrata presso la Sorgente delle Donne dove c’è un incrocio di sentieri (1140 m, 1.30 ore). Si prende a destra seguendo il segnavia K6, si sale di pochi metri e si passa accanto al fontanile della Sorgente Sambuco (che si trova sotto la sterrata a sinistra, non visibile dalla carrozzabile, 1152 m), avanti in discesa e si giunge all’incrocio con la SS Marsicana numero 83 (1140 m, 0.15 ore). Si segue la SS a destra fino al Valico di Barrea dove si chiude il giro (1168 m, 0.15 ore).
cartina
grafico altimetrico
001 - il borgo di Barrea e il Lago di Barrea
002 - incrocio sentiero K3 e K4 sul Valico di Barrea
003 - il Rio Torto
004 - il ponte sul Rio Torto che non bisogna attraversare
005 - la Sorgente Rio Torto
006 - cascata del Rio Torto
007 - discesa impetuosa del Rio Torto
008 - la Grotta dello Schievo
009 - la Grotta dello Schievo e attraversamento del torrente
010 - l’interno della grotta
011 - il buco dove esce l’acqua e il laghetto
012 - una foto nella Grotta dello Schievo
013 - uno sguardo "meravigliato"
014 - verso la Selva Bella
015 - l’inghiottitoio
016 - lungo il sentiero K5
017 - in vista del Lago Vivo
018 - la Fonte degli Uccelli
019 - un giro intorno al lago
020 - un’isoletta e il Monte Iamiccio
021 - la massima portata d’acqua del lago
022 - una veduta da lontano del lago
023 - Madonna delle Grazie detta del Buon Passo