Monte Rapina, Monte Pescofalcone
da Caramanico Terme per la frazione San Nicolào e Guado San Antonio
Introduzione:
Gli itinerari che salgono sulle cime più alte della Majella, da qualsiasi versante si parte, sono tutti lunghi e faticosi, anche questa salita non fa eccezione.
Dal Rifugio Paolo Barrasso al Monte Rapina e da quota 2200 m a 2450 m circa data la mancanza di un vero sentiero segnato se si mette a nebbia (soprattutto al ritorno in discesa) senza punti di riferimento è difficile trovare la via giusta avendo con se cartina e bussola, consiglio di portarsi un GPS in modo da registrare la traccia di salita.
Cartina di riferimento “CARTA DEI SENTIERI - GRUPPO DELLA MAJELLA - CLUB ALPINO ITALIANO - Sezione di Chieti - scala 1:25.000” Attenzione; molti sentieri segnati non corrispondono a quelli reali sul campo.
Nota1:
escursione effettuata a Giugno 2010
tempo di salita: 5,45 ore - ascesa 1450 m - Km 8 - Traccia GPX
tempo di discesa stessa via: 3,30 ore - Km 8
altri percorsi:
Rava del Ferro: Monte Pescofalcone-Cima dei Tre Portoni-Cima Pomilio-Monte Sant'Angelo-Monte Rotondo
Percorso auto:
Dall’Autostrada A24 Roma-L’Aquila-Teramo (per chi proviene da Roma) e poi A25 per Pescara (Strada dei Parchi) si esce al casello di Alanno-Scafa e si seguono le indicazioni per Caramanico Terme.
Superato Caramanico si sale alla frazione di San Nicolào (3,4 Km) e si prosegue su una strada che dopo 2 Km è interrotta al traffico (si incontrano cartelli di divieto di transito), 200 metri prima dell’interruzione a sinistra c’è l’imbocco della stretta strada asfaltata (dal fondo abbastanza buono vedi Nota2) che in 3 Km porta al piccolo spiazzo-parcheggio del Guado San Antonio (quota 1225 m).
Nota2:
ad una ricognizione di Settembre 2018 la stretta strada è ridotta in condizioni pessime. L'asfalto in più punti si è sbriciolato e presenta numerose buche ed avvallamenti da percorrere con estrema cautela. L'erba ha invaso la carreggiata in più punti ai lati e nella parte centrale restringendo di più il passaggio. Meglio percorrerla con un 4x4
Descrizione:
Dal piazzale partono due sterrate chiuse al traffico; una, direzione Est, scende nella Valle dell’Orfento (vicino la sbarra c’è una grossa tabella di legno), l’altra, direzione Sud, ha l’indicazione per il Rifugio Paolo Barrasso del CAI di Pescara.
Si inizia a salire sulla seconda che attraversa la località Macchialonga e, in breve, porta al Rifugio Guado San Antonio della Forestale, quota 1257 m, dove la carrabile termina.
Il rifugio è costruito in legno, (caratteristico), non si può fare a meno di avvicinarsi per curiosare anche se è chiuso.
Una ventina di metri prima del Rifugio, sulla destra, indicato da una freccia rossa, parte un sentiero, inciso nell’erba alta, che conduce al Rifugio Paolo Barrasso.
Si imbocca la mulattiera e subito si passa accanto ad un fontanile (non indicato su IGM) con ottima acqua (nella ricognizione di Settembre 2018 risulta completamente secco), ai piedi della vasca c’è un grosso cartello che indica la via.
Si sale l’interminabile Prato della Corte seguendo un tracciato ben segnato, il rifugio è visibile dopo aver superato un piccolo costone e risalito la prima parte di una valle.
Raggiunto il ricovero (quota 1542 m, una stanza, con un camino e abbondante riserva di legna, è sempre aperta, l’altra bisogna chiedere le chiavi alla sezione del CAI di Pescara) la traccia sparisce, bisogna salire il costone erboso a monte del Rifugio aggirando da sinistra o da destra un’isolata macchia di faggi o attraversandola, poi, sempre faticosamente e con ottimo panorama sul Monte Morrone, si continua per scoscesi prati fino al crinale a quota 1750 m circa.
Per larga cresta e radi pini mughi si sale su un dosso a quota 1935 m oltre il quale c’è un’ampia conca erbosa, la si attraversa tenendosi sul bordo sinistro della stessa (senso di marcia) e con un ultimo strappo si raggiunge la cima di Monte Rapina 2027 m (2,45 ore – ascesa 800 m).
Ottima visuale sulla Majelletta, Blockhaus, Cavallo e Sella Acquaviva.
Appena oltre la cima il bosco di pini mughi si fa fitto e impenetrabile, per poter proseguire si torna indietro per pochi metri e a quota 2015 m si prende un sentiero, (indicato da un grosso ometto di sassi e paletto di legno) che taglia a mezza costa il versante orientale della montagna entrando in uno stretto corridoio nella mugheta.
Più in alto il sentiero (sempre attraversando la fastidiosa vegetazione), indicato da ometti di pietra e da ormai rari paletti di legno (atterrati o ritti ma instabili perché mal piantati nel terreno) arriva a lambire il letto della valletta sottostante (ampia valle parallela a quella dell’Orfento che si trova più a Est) per poi risalire un prato scosceso (qui il sentiero sparisce) e raggiungere la cresta a monte di due evidenti roccioni, quota 2300 m circa.
L’ultimo tratto richiede molta attenzione perché il sentiero, poco evidente, tende a perdersi tra i pini mughi della dorsale, bisogna seguire gli ometti di sassi. Usciti dalla mugheta si risale il costone largo e pietroso seguendo tracce di sentiero fino a quota 2500 m circa dove il crinale si fa marcato.
Si continua a salire seguendo il sentiero sul fianco destro (ora abbastanza evidente) fino a toccare la Croce dell’anticima Nord, quota 2630 m circa. Ancora avanti, ora su ampissima dorsale, si superano delle caratteristiche doline (in questo periodo, fine Giugno, colme di neve) e si raggiunge la quota di 2646 m da dove compare il Monte Amaro; un altro piccolo sforzo e si giunge sulla vetta del Pescofalcone 2657 m segnata da una targa di bronzo posta dal Corpo Forestale e dal CAI di Pescara. Tempo di salita dal Monte Rapina 3 ore – ascesa 630 m.
Stupenda visuale sui monti più alti del Gruppo della Majella: la Majelletta, Blockhaus, Monte Cavallo, Sella Acquaviva, Monte Focalone, Cima Pomilio, Monte San Angelo, Monte Acquaviva, Monte Amaro.
cartina 1-3
cartina 2-3
cartina 3-3
001 - Caramanico Terme, Pescara, in fondo il Monte Rapina e Monte Pescofalcone, Gruppo della Majella
002 - salendo da Caramanico Terme (Pescara) al Guado San Antonio
003 - Monte Rapina e Monte Pescofalcone visti dall'imbocco della strada per il Guado San Antonio.
Il bivio si trova 1,8 Km dopo aver superato l’abitato di San Nicolào frazione di Caramanico Terme
004 - il parcheggio del Guado S. Antonio, 3 Km dal bivio, quota 1225 m. La strada è stretta ma asfaltata
e dal fondo buono
005 - fonte non segnata su IGM, vicino al Rifugio di Guado San Antonio
006 - Rifugio della Forestale di Guado San Antonio visto dalla località Macchialonga
007 - dal Guado San Antonio al Rifugio Paolo Barrasso risalendo l’interminabile Prato della Corte
008 - dal Guado San Antonio al Rifugio Paolo Barrasso per il Prato della Corte. Dietro al Rifugio si nota
la faggeta da aggirare o attraversare per salire verso la cresta che conduce sul Monte Rapina
009 - il Rifugio Paolo Barrasso del CAI di Pescara, la prima stanza è sempre aperta ed è fornita di un camino
con un’ottima scorta di legna
010 - salendo dal Guado San Antonio al Monte Rapina, poco sopra il Rifugio Paolo Barrasso si inizia
ad avere un’ottima visuale sul Monte Morrone
011 - salendo sul Monte Rapina 2027 m per l’interminabile Prato della Corte. Dal Rifugio Paolo Barrasso
il sentiero è inesistente, difficilissimo ritrovare la via se si mette a nebbia causa mancanza di punti di riferimento,
anche avendo con se cartina e bussola, conviene portarsi un GPS.
012 - in vista del Monte Rapina 2027 m, in fondo il Monte Pescofalcone 2657 m
013 - Teresa sul Monte Rapina 2027 m. Dietro si nota la cresta che porta sul Monte Pescofalcone occupata
da una mugheta all’apparenza impenetrabile.
014 - pochi metri prima di salire sulla vetta del Monte Rapina c’è un sentiero indicato da un grosso ometto
di sassi (quota 2015 m) che traversa a mezza costa il versante Est passando tra i pini mughi, scende quasi
a lambire il letto del fosso sottostante e poi risale per un ripido prato uscendo sulla cresta al di la (quota 2300 m)
di due visibilissimi roccioni. Giuseppe presso l'ometto di sassi che indica il punto d'inizio del traverso
015 - il sentiero attraversa la fitta boscaglia di pini mughi. Ogni tanto si incontrano delle piccole radure
016 - il sentiero è segnato da piccoli pali ormai quasi tutti atterrati e da piccoli ometti di sassi. Il Monte Rapina
visto salendo verso il Monte Pescofalcone
017 - la fitta boscaglia di pini mughi
018 - si ritorna sulla cresta dopo aver lambito il letto del fosso e risalito un ripido prato, (dove il sentiero si perde),
al di là di due evidenti roccioni
019 - ormai fuori dalla mugheta, il sassoso versante Nord del Monte Pescofalcone
020 - la dorsale Nord di Monte Pescofalcone
021 - in vista del tratto finale di cresta, affilato
022 - la cresta Nord di Monte Pescofalcone
023 - salendo dal Monte Rapina sul Monte Pescofalcone
024 - dalla cresta Nord di Monte Pescofalcone, vista di Monte Rotondo 2658 m
025 - l'anticima Nord di Monte Pescofalcone 2627 m
026 - Giuseppe presso l'anticima Nord di Monte Pescofalcone 2627 m
027 - dal Monte Pescofalcone vista della Majelletta, Monte Blockhaus e Monte Cavallo
028 - il Monte Amaro visto dal Monte Pescofalcone
029 - targa posta sulla vetta del Monte Pescofalcone, quota 2657 m
030 - Giuseppe indica la vetta raggiunta, Pescofalcone 2657 m
031 - dal Monte Pescofalcone vista del Monte Rotondo, Monte Focalone, Monte Acquaviva e Cima Pomilio
032 - dal Monte Pescofalcone vista della Majelletta, Monte Blockhaus 2142 m, Monte Cavallo 2171 m
e Sella Acquaviva 2100 m
033 - dal Monte Pescofalcone vista della Sella Acquaviva 2100 m e Monte Focalone 2676 m
034 - particolare sul Monte Rotondo 2658 m, Monte Focalone 2676 m, Monte Acquaviva 2737 m
e Cima Pomilio 2656 m
035 - dalla vetta del Monte Pescofalcone vista del Terzo Portone 2550 m, Cima Pomilio 2656 m,
Monte San Angelo 2669 m
036 - dal Monte Pescofalcone uno sguardo verso la cima del Terzo Portone 2653 m
037 - dal Monte Pescofalcone vista della cima del Terzo Portone 2653 m e il Monte Amaro 2793 m