Appennino oltre i 2000 metri

Cima delle Solagne o Pizzo Stazzo Solagne

Cima delle Solagne o Pizzo Stazzo Solagne

dalla diga di Provvidenza per la Valle del Chiarino

Note:

Montagna praticamente sconosciuta alla maggior parte degli escursionisti anche se la cima diventa visibile da grande distanza a chi sta percorrendo la Valle del Chiarino. La sagoma è inconfondibile e non si può non notare dal Rifugio Domenico Fioretti (1500 m) e da chi sale verso il Monte Corvo. Avvicinandosi incute un certo timore, ha la forma di una piramide con pareti erbose e rocciose quasi verticali e sembra che sia possibile scalarla solo da esperti alpinisti e rocciatori.

Invece esiste una facile via da Est anche se gli ultimi metri sono aerei con alcuni passi di I, il crinale comunque è abbastanza largo e consente di raggiungere tranquillamente il piccolo ometto di pietre della cima (chi soffre di vertigini sarà costretto a fermarsi a pochi metri dalla vetta). Il panorama è stupendo a 360 gradi, la parete Sud e Sud-Ovest del Monte Corvo, la Sella di Monte Corvo, la Cima il Carabiniere, Cima Falasca, la Forchetta Falasca, le Malecoste, la Sella Malecoste, la Cima Iaccio del Vaduccio, il Pizzo di Camarda, il Monte Ienca, il Morrone e tutta la Valle del Chiarino con in fondo il Lago di Campotosto e i Monti della Laga.

La partenza è dal Lago di Provvidenza (1063 m) ma c’è la possibilità di abbreviare l’escursione se la sterrata che percorre la Valle del Chiarino è aperta al traffico e se la carreggiata è in buone condizioni (chiedere informazioni ad Arischia, frazione del comune dell’Aquila). In caso positivo si può parcheggiare presso la Masseria Cappelli (1262 m) risparmiando tra a/r 2 ore e 200 m di dislivello, oppure ancora più avanti presso il Rifugio Domenico Fioretti (1500 m) risparmiando tra a/r 3.45 ore e un’ascesa di 450 m, e ancora con una buona jeep salire allo Stazzo di Solagne (1710 m) risparmiando tra a/r 5 ore e una salita di 650 m (in questo caso anche l’ascesa al Monte Corvo diventa una facilissima escursione con pochi passi di I non esposti).

Comunque per chi non ha un mezzo adeguato conviene partire, senza alcun dubbio, dalla diga di Provvidenza, la gita in questo caso è più completa e ricca di soddisfazioni. Nella prima parte ci accompagna il rumore assordante del torrente che scende impetuoso nel Fosso del Chiarino, poi il frastuono d’incanto finisce e si esce fuori dal bosco in una grande radura (il Castrato) dove c’è la possibilità di fare incontri con animali selvatici.

L’escursione fatta durante lo scioglimento delle nevi (aprile, maggio) e in autunno (ottobre) ci permette di non dover affrontare cani pastori che, di solito, si trovano dallo Stazzo di Solagne in avanti e senza essere costretti a fare lunghi aggiramenti per passare il più lontano possibile dalle greggi che pascolano lungo i pendii. Nel primo caso (aprile, maggio) la transumanza dalla pianura ai monti non è ancora avvenuta, nel secondo (ottobre) le greggi sono ripartite per il Tavoliere delle Puglie o la pianura Romana.

tempo di salita: 3,45 ore - ascesa 1050 m - Km 11 - Traccia GPX

tempo di discesa: 2,45 ore - Km 11

fare riferimento alla cartina “Gran Sasso, 1:25.000, escursionismo e scialpinismo, Edizioni IL Lupo”

Percorso auto:

Dalla Strada dei Parchi (autostrada A24 Roma-L’Aquila) si esce al casello L’Aquila Ovest e si prende la Strada Statale del Gran Sasso d’Italia n. 80 direzione Teramo.

Superato il Passo delle Capannelle (quota 1300 m) si scende dall’altra parte fino a giungere al Km 34 presso il Lago di Provvidenza (quota 1063 m). Si parcheggia duecento metri prima della diga su un largo spiazzo a sinistra della strada oppure nei pressi della centrale ENEL.

Descrizione:

Parcheggiata l’auto, a piedi, ci si dirige verso la diga del Lago di Provvidenza che si attraversa senza problemi. Si continua lungo lo stradino sterrato che si mantiene nel bosco del versante sinistro del Fosso di Chiarino (senso di marcia) zigzagando tra le buche piene d’acqua. Si costeggia il lago che si ha in basso a destra; quando l’invaso termina il rumore del torrente che si versa nel lago si fa più forte grazie ad una piccola cascata che si può andare a vedere con una deviazione a destra.  

Dopo circa tre chilometri, a quota 1140 m, si supera il punto dove la via, nel 2009, franò a valle; il tratto, lungo un centinaio di metri, è stato ripristinato qualche anno dopo ma attualmente (anno 2022), non avendo mai fatto manutenzione, la pavimentazione della strada sta peggiorando sempre di più, le griglie di ferro sono piegate, le cunette sono piene di materiale trasportato dall’acqua.

Ancora avanti e si giunge presso i ruderi della Masseria Cappelli (quota 1262 m, 1,15 ore), gli edifici sono stati liberati dalla vegetazione e ristrutturati in parte dal Corpo Forestale dello Stato, ma molto resta da fare. Qualche centinaio di metri più avanti si incontra la Chiesa di San Martino (anche questa restaurata dalla Forestale nel 2003), bello il quadro, che si trova sul muro dietro l’altare, che rappresenta il Santo nell’atto di dividere il suo mantello in due parti per regalarne una ad un pover’uomo incontrato per strada e che stava morendo dal freddo.

Si continua senza difficoltà fino ad incontrare nel bosco le Prese Acque del Chiarino (quota 1307 m), da questo punto in avanti il rumore assordante del torrente si affievolisce sempre di più. A quota 1394 m il tracciato attraversa il fondo valle e prosegue dal lato destro (sinistro senso orografico); poche altre centinaia di metri e si esce definitivamente dal bosco entrando nel Pianoro il Castrato. Si passa accanto all’immagine della Madonna del Buon Cammino e si giunge presso il Rifugio Domenico Fioretti (1500 m, 0,45 ore), poco prima c’è a sinistra la Fonte della Vaccareccia 1498 m.

Si lascia a sinistra la sterrata, percorsa fin ora, che scende verso l’ampia valle erbosa e si continua sul sentiero che passa accanto ai ruderi della Masseria Vaccareccia raggiungendo una fonte con due bottini (fonte senza nome su IGM, quota 1505 m). Dalla fonte si prende un evidente sentiero a mezza costa, parallelo al fondo valle, che rimane nel bosco e si ricongiunge, più in alto, alla sterrata abbandonata in precedenza.

Seguendo la strada si arriva nella valle dove c’è lo Stazzo di Solagne (1710 m, 0,30 ore), da qui si nota molto bene il Pizzo Stazzo Solagne, la nostra meta. Sulla destra del pianoro, non visibile ma molto vicino alla via che si percorre, direzione Sud-Ovest, c’è la Fonte di Solagne (5 minuti). Si prosegue in direzione Sud-Est, si risale uno stretto vallone seguendo la traccia del sentiero segnato che porta sul Monte Corvo, mentre la piramide del Pizzo Stazzo Solagne si fa sempre più vicina con i suoi versanti Nord e Nord-Est erbosi e rocciosi che scendono quasi verticali.

Bisogna aggirarli tenendoli a destra, si piega progressivamente verso sinistra (Est) e a quota 1870 metri circa si lascia il sentiero segnato per proseguire su un prato d’altura a destra (Sud-Est). Si raggiunge così l’evidente cresta Sud-Est del pizzo che si risale con uno o due passi di I. La cresta, poco prima di raggiungere l'ometto di vetta, diventa aerea ma larga (2010 m, 1,15 ore). Per la discesa si segue la stessa via (2,45 ore).

cartina

cartina Pizzo Stazzo Solagne

grafico altimetrico

grafico altimetrico Pizzo Stazzo Solagne

001 - la diga di Provvidenza

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002 - Lago di Provvidenza

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003 - una cascata del Torrente Chiarino

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004 - segnaletica

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005 - il quadro nella chiesa di San Martino

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006 - la chiesa di San Martino (località Masseria Cappelli)

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007 - il Torrente Chiarino

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008 - il Rifugio Domenico Fioretti

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009 - al ricordo di un escursionista

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010 - fontanile presso la Masseria Vaccareccia (ruderi)

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011 - fontanile presso le Solagne, a destra il Pizzo Stazzo Solagne

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012 - particolare del Pizzo Stazzo Solagne

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013 - il Pizzo Stazzo Solagne visto da Sud

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014 - la cima del Pizzo Stazzo Solagne e il Lago di Campotosto

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014a - dal Pizzo Stazzo Solagne

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015 - dal Pizzo Stazzo Solagne vista della Valle del Chiarino

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015a - dal Pizzo Stazzo Solagne

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016 - dal Pizzo Stazzo Solagne vista delle Malecoste

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017 - la Forchetta Falasca vista dal Pizzo Stazzo Solagne

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018 - la Cima Iaccio del Vaduccio vista dal Pizzo Stazzo Solagne

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