Percorsi vari

Ju Busciu - Vecchio Bivacco Bafile-Vecchio Rifugio Franchetti-Bivacco del Calderone

Ju Busciu

Vecchio Bivacco Bafile o Vecchio Rifugio Franchetti o Bivacco del Calderone

Introduzione:

Fare riferimento alla cartina "Gran Sasso, 1:25.000, escursionismo e scialpinismo, Edizioni IL Lupo"

Escursione effettuata a Settembre 2018 - Traccia GPX

Tempo di salita: 2,15 ore - ascesa circa 750 m - Km 3,6

Tempo di ritorno, stessa via: 1,45 ore - Km 3,6

Nota:

Bivacco sconosciuto alla gran parte degli escursionisti che raggiungono il ghiacciaio del Calderone, bisogna fare un po’ di attenzione a non scivolare scendendo sulla morena a causa delle pietre instabili. Non esiste una mulattiera ma ci sono, ogni tanto, delle tracce di sentiero. Ju Busciu è chiamato anche Vecchio Bivacco Bafile perché costruito dall’Alpinista Andrea Bafile quando ancora non esisteva il Rifugio Carlo Franchetti la cui realizzazione iniziò nel 1958. Altri nomi con cui viene indicato è Bivacco del Calderone o Vecchio Rifugio Franchetti.

L’escursione che ci accingiamo a fare è molto semplice (anche se il sentiero che parte dalla Madonnina non è banale, ci sono alcuni tratti molto esposti, comunque il sentiero è largo). Dato che abbiamo parecchio tempo a disposizione, al ritorno, possiamo andare a curiosare, con due corte deviazioni (vedi cartina 3-3 e foto 14, 15), presso due piccoli monumenti che pochi conoscono. La Croce piantata su una roccia (2520 m) alla base del ghiaione che scende dal Ghiacciaio del Calderone, sopra al Rifugio Franchetti, in memoria dell’alpinista Peppino Raggi (02/08/1937 - 12/11/1972) e la stele in memoria del Ten. degli Alpini Silvio Scatozza (2365 m) che l’8 maggio 1966, durante una traversata alpinistica del Gran Sasso perse la sua giovane vita sui roccioni del Vallone delle Cornacchie.

Accesso in auto: La base di partenza dell'escursione, Prati di Tivo, si raggiunge per chi proviene da Roma percorrendo la Strada dei Parchi (autostrada A24 Roma-L'Aquila). Usciti al casello L'Aquila Ovest si prende la Strada Statale 80 del Gran Sasso direzione Teramo, passato il Passo delle Capannelle (quota 1300 m) si scende lungamente dall'altra parte fino al bivio per Pietracamela-Prati di Tivo.

Chi non se la sente di percorrere, per tutta la sua lunghezza, la strada di montagna S.S. 80 anziché uscire a L'Aquila Ovest può continuare a percorrere l'autostrada, oltrepassare il lungo traforo del Gran Sasso (10 Km), e uscire al casello Colledara-San Gabriele-Prati di Tivo, da qui si prosegue per Montorio al Vomano e si imbocca la S.S. 80 a ritroso fino al bivio per Pietracamela-Prati di Tivo (i tempi di percorrenza non cambiano).

Descrizione: Dai Prati di Tivo si prende l’ovovia che in 10 minuti ci porta da quota 1449 m a quota 2007 m località “la Madonnina”.

Se l’impianto di risalita è chiuso conviene, dal piazzale dei Prati di Tivo, proseguire in auto su strada in parte asfaltata, fino alla località Piana del Laghetto, quota 1650 m (sella tra la Cima Alta 1715 m e l’Arapietra 1896 m), da dove a piedi, per ampia dorsale, passando per il caratteristico Albergo diruto, si raggiunge la Madonnina (45 minuti).

Si continua a salire su un sentiero molto evidente, si trascura a destra il sentiero attrezzato Pier Paolo Ventricini e si entra nella Valle delle Cornacchie dopo aver superato il Passo delle Scalette. Si traversa sotto la parete Est del Corno Piccolo e dopo circa 20 minuti dalla partenza si supera un delicato passaggio esposto a sinistra (Nord-Est) facilitato da una lunga corda fissa d’acciaio. Con una serie numerosa di tornanti si giunge al Rifugio Carlo Franchetti (quota 2433 m) 1,15 ore.

Dal Rifugio si sale in direzione Sud puntando all’evidente Sella dei Due Corni (quota 2547 m) che si raggiunge dopo esser passati vicino alla base del brecciaio della morena del Ghiacciaio del Calderone. Poco prima del Valico c’è una biforcazione, il sentiero di sinistra porta verso il Corno Grande (ci sono le indicazioni scritte con vernice nera su un masso), quello che continua dritto esce esattamente sulla Sella dei Due Corni, 2547 m, di fronte alle Fiamme di Pietra, 20 minuti dal Rifugio. Si può scegliere l’uno o l’altro, ai fini pratici non cambia nulla (tempo complessivo fin qui: 1,35 ore - ascesa 550 m - Km 3).

Dalla Sella si prende a sinistra e si sale tutto il costone breccioso e sassoso della dorsale Nord-Ovest del Corno Grande fino a raggiungere l’inizio della morena del Ghiacciaio del Calderone, quota 2675 m (30 minuti - ascesa 130 m). Si scende a sinistra sulla morena passando tra breccia, sassi e rocce; cercando di non muovere troppo sfasciume si piega progressivamente verso destra aggirando enormi massi fino ad individuare il Bivacco, quota 2645 m (10 minuti).

Al ritorno, superata la Sella dei Due Corni, giunti a quota 2495 m si fa una deviazione verso destra (Est) portandosi sopra la perpendicolare del Rifugio Franchetti, qui si trova il roccione dov’è piantata la Croce in memoria dell’Alpinista Peppino Raggi. Dalla Croce senza tornare indietro si scende direttamente al Rifugio per tracce di sentiero. Superato il Rifugio e giunti a quota 2355 m si fa una seconda deviazione sulla destra e si raggiunge la visibile stele in memoria del Ten. degli Alpini Silvio Scatozza. Ripresa la via percorsa in salita si ritorna ai Prati di Tivo (1,45 ore)

cartina 1-3

cartina 1-2 La Madonnina-Ju Busciu

cartina 2-3, particolare

cartina 2-2a La Madonnina-Ju Busciu

cartina 3-3, particolare

cartina Google Earth particolare

grafico altimetrico

Grafico Altimetrico Ju Busciu

001 - Ju Busciu visto salendo dal Rifugio Carlo Franchetti alla Sella dei Due Corni.

Nota: Ju Busciu chiamato anche Vecchio Bivacco Bafile perché costruito nel 1949

dall’Alpinista Andrea Bafile quando ancora non esisteva il Rifugio Carlo Franchetti la cui

realizzazione iniziò nel 1958. Altri nomi: Bivacco del Calderone o Vecchio Rifugio Franchetti.

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002 - la morena del Ghiacciaio del Calderone vista dalla ferratina parallela alla via normale per

la Vetta Orientale del Corno Grande

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003 - morena del Ghiacciaio del Calderone, particolare

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004 - gli sfasciumi della morena del Ghiacciaio del Calderone

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005 - aggiramento degli enormi massi che si trovano appoggiati sulla morena

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006 - in vista del Bivacco del Calderone

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007 - particolare. Sulla sinistra di questo bivacco esiste un ricovero naturale

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008 - l’ingresso del ricovero naturale presso il bivacco Lu Busciu

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009 - l’interno del ricovero naturale

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010 - l’interno del Bivacco Lu Busciu

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011 - all’interno ci sono due piccole fenditure che fanno da finestra

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012 - risalendo verso il Ghiacciaio del Calderone

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013 - sul punto più alto della morena, vista della conca dove il ghiacciaio resiste “con tutte

le sue forze” allo scioglimento

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014 - Croce piantata su una roccia alla base del ghiaione che scende dal Ghiacciaio del

Calderone, quota 2520 m, in memoria dell'alpinista Peppino Raggi (02/08/1937 - 12/11/1972).

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015 - stele in memoria del Tenente degli Alpini Silvio Scatozza che l'8 Maggio 1966, durante

una traversata alpinistica del Gran Sasso, perse la sua giovane vita sui roccioni del Vallone

delle Cornacchie, quota 2365 m.

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