Monti Ernici
Cippi di confine Papalini-Borbonici, dal 176 al 185
Fontana Fusa-Pozzo Faito-Macchia Faito-Valle Lunga
Stupenda e difficile escursione lungo l’ex confine tra lo Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie. Itinerario non segnato (11 Novembre 2015)
Si percorre una serie di affascinanti e misteriose vallate fino al Pozzo Faito dove c’è una lapide romana scolpita su roccia, un trono sempre scolpito su roccia “Trono di Saturno” e un pozzo.
Fare riferimento alla cartina: GRUPPO DEI MONTI ERNICI -CARTA DEI SENTIERI - Scala 1:25.000 - EDIZIONI IL LUPO
tempo di andata 3,45 ore - ascesa 1100 m - Km 9,5 circa - Traccia GPX
tempo di ritorno (stessa via) 2,45 ore - Km 9,5
Percorso auto:
Da Sora si prende la Strada Provinciale 221 direzione Fontanafratta-Santa Francesca-Veroli. Dopo circa 8,5 Km si giunge presso un quadrivio con due strade sterrate, una sale a destra (Nord) e l’altra scende a sinistra (Sud).
Qui si parcheggia, quota 650 m.
Itinerario:
Prima di seguire la strada sterrata in direzione Nord che porta alla Fontana Fusa (segnata come Sentiero “Chiavone”) andiamo a trovare il grande cippo n° 176.
Si percorre la Strada Provinciale per 150 metri circa in direzione Sora (Est) fino ad uno spiazzo sulla destra dove c’è un vecchio deposito abusivo di immondizia.
Si lascia la strada, si supera il vecchio mucchio di spazzatura (passandoci sopra) e si imbocca un sentiero che in meno di un minuto ci conduce presso il cippo gigante (località “antica colonnetta di termine”, quota 650 m, 15 minuti tra andata e ritorno).
Si prende ora la sconnessa strada sterrata, sentiero Chiavone, che incrocia dopo 15 minuti un’altra carrozzabile che a sinistra porta ad un poligono militare e alla località Case Cocchi; si va a destra e in 5 minuti si giunge presso la Fontana Fusa, quota 800 m (c’è un pozzo, alcune vasche da bagno utilizzate come abbeveratoi, e una fonte).
Si lascia, per il momento, la strada per seguire un ripido sentiero in direzione Est che in 5 minuti ci porta presso il cippo n° 177 (località “Fontana Fusa”, quota 825 m).
Ripresa la via principale si inizia a salire in direzione Nord-Ovest sulla ripida carrabile, dopo alcune curve a gomito, in corrispondenza di un tornante che ruota in senso antiorario, quota 1140 m circa, c’è un bivio; si prosegue sulla sterrata di desta, meno battuta (direzione Sud-Est, 40 minuti dalla Fontana Fusa), la sterrata più battuta è il proseguimento del Sentiero Chiavone.
Si attraversa un versante (località Colle dei Lupi) che una decina d’anni fa fu soggetto ad un violento e vasto incendio, il bosco ancora stenta a crescere e quindi si ha la possibilità di ammirare un bel panorama verso Alatri e Frosinone.
Superato un tratto in salita dal fondo pietroso si vira a sinistra (Nord-Est) entrando nella faggeta dove bisogna fare molta attenzione a non perdere la via principale.
Si passano alcune radure boscose, quasi in piano, e dopo una leggera salita si svolta a destra (Sud-Est), si scende di una ventina di metri di quota e si attraversa la testa della Valle Innamorata.
Si piega ancora a destra (Sud) e si continua sul sentiero, in leggera discesa, che supera un tratto di bassa vegetazione; dopo 250 metri, quando la via sembra terminare e davanti abbiamo un pendio che scende nettamente (occupato da rovi a causa dell’incendio sopra detto), si gira di 180 gradi in senso antiorario e ci si ritrova in una valletta stretta e lunga.
La si percorre per 50 metri e si svolta a destra, si scende di pochi metri di quota e ci si ritrova in un’altra valletta, simile alla prima e parallela a questa, nel punto dove passa un vecchio Sentiero Italia del CAI, ci sono i segni sbiaditi sugli alberi, quota 1190 m, 30 minuti.
Si segue, per il momento, il sentiero segnato dal CAI verso destra (Sud); dopo una cinquantina di metri si piega verso sinistra (Est), si sale di pochi metri e poi si inizia a scendere. Si percorre un’ennesima gola e infine si sbuca su una radura dove c’è il cippo n° 178 (località Rava di Rocca Gelardi, quota 1190 m, 5 minuti).
Dal cippo 178 si ritorna indietro e si segue la via segnata in direzione Nord Nord-Est che passa dentro ad un caratteristico canyon, formato da numerose valli strette e lunghe intervallate da radure, infine si arriva in una radura poco più lunga e larga delle altre dove all’inizio, prima di un pozzo (Pozzo Faito) c’è il cippo n° 179 (località Gorgone di Faito Mare 1, quota 1226 m, 15 minuti dal cippo 178).
Di fronte al pozzo, lato Ovest, si trova su una roccia il Trono di Saturno e l’epigrafe che recita:
"Essendo consoli Caio Calvisio e Lucio Passieno (4 a.C.), Marco Menio Rufo, sacerdote (per la sesta volta) e Lucio Vibidio, figlio di Lucio, sacerdote (per la seconda volta), con le loro sostanze costruirono (un tempio) e un portico, con un’edicola e la base (di una statua), in onore di Giove Atrato e degli dei indigeti."
Superato il pozzo, alla fine della radura, c’è il cippo n° 180 (località Gorgone di Faito Mare 2, quota 1231 m, 2 minuti dal cippo 179). Sempre nella stessa direzione si risale una valletta stretta e rocciosa e si esce su un costone boscoso (Macchia Faito), qui conviene abbandonare il Sentiero Italia.
A questo punto la ricerca si fa difficile, tutto diventa più facile se si ha con se un GPS con la traccia dell’escursione o addirittura con incorporata la porzione di cartina che ci serve; nel primo caso basta fare combaciare la traccia che stiamo creando (mentre camminiamo) con quella riportata sullo strumento; nel secondo caso mentre si cammina basta fare combaciare la traccia che si forma con i punti del vecchio confine che sono riportati sulla mappa. Naturalmente il GPS bisogna conoscerlo come le proprie tasche e portare con se più batterie di ricambio.
Si risale il ripido costone coperto dalla faggeta in direzione Nord, si esce dal bosco e si continua a salire su uno scosceso prato zigzagando tra ginepri avendo come riferimento a sinistra una pineta e una vecchia staccionata.
Arrivati nei pressi di un roccione che si trova sulla nostra sinistra (ci arriva pure la recinzione), lo si aggira da destra e sopra ci si imbatte con il cippo n° 181 (Rava della Serra dei Carpini, quota 1392, 30 minuti dal Pozzo Faito).
Si prosegue nella stessa direzione, la pineta che abbiamo a sinistra termina e si entra in una faggeta, si scende di pochi metri e si risale un vallone a serpentina, seguendo tracce di sentiero. Quando la salita si fa meno ripida si entra in una radura boscosa dove a sinistra tra gli alberi si trova il cippo n° 182 (località Faggio Grosso, quota 1464 m, 10 minuti dal cippo 181).
Pochi metri più avanti si trova un cippo incompiuto, probabilmente si è rotto durante la lavorazione. Si continua a camminare seguendo esattamente la linea di confine prima in salita e poi quasi in piano, si attraversano numerose radure, con leggeri saliscendi, che si trovano sul versante Ovest della cima boscosa di Vado Cavallo (un vero labirinto, fare attenzione, si rischia di perdersi) e ci si imbatte con il cippo n° 183 (località Pozzo Catena 1, quota 1521 m, 15 minuti dal cippo 182).
Sempre in direzione Nord, superate alcune piccole radure, si giunge presso il cippo n° 184 (località Pozzo Catena 2, quota 1507 m, 7 minuti dal cippo 183).
Si inizia a scendere nel bosco verso la sottostante Valle Lunga cercando sempre di seguire il confine tracciato sulla cartina, alcuni tratti sono erbosi e molto ripidi,
comunque a serpentina si perde rapidamente quota. Appena passato un fosso secondario, dall’altra parte su uno spuntone roccioso si intravede il cippo n° 185 (località Vallone di Vallelunga, quota 1399 m, 15 minuti)
Possiamo continuare ancora a scendere fino a raggiungere il fondo della Valle Lunga a quota 1327 m, qui passa una sterrata e un sentiero segnato dal CAI ma non riportati sulla cartina (10 minuti)
cartina
001 - Strada Provinciale 221 Sora-Fontanafratta-Santa Francesca-Veroli, Km 8,5 circa,
base di partenza dell’escursione
002 - cippo n° 176
003 - l’inizio del sentiero Chiavone
004 - la sterrata per la Fontana Fusa, molto accidentata
005 - il pozzo della Fontana Fusa
006 - la Fontana Fusa
007 - cippo n° 177
008 - indicazione posta dal CAI di Sora
009 - uno sguardo verso il Monte Pedicino
010 - uno sguardo verso Veroli e Frosinone
011 - si prosegue sempre su strada sconnessa
012 - il punto d’incontro con il Sentiero Italia, segnali sbiaditi e mal posti
013 - cippo n° 178
014 - si susseguono molti corridoi e diramazioni, fare molta attenzione
015 - si passa in mezzo a valli strette e lunghe
016 - un segno nascosto dal muschio
017 - Pozzo Faito
018 - il Pozzo è pieno e l’acqua ha invaso una parte della radura
019 - cippo n° 179
020 - il punto dove si trova il Trono di Saturno e l’epigrafe
021 - l’epigrafe
022 - cippo n° 180
023 - il punto dove si abbandona il Sentiero Italia
024 - si sale su uno scosceso prato zigzagando tra i ginepri, a sinistra si ha la pineta
025 - cippo n° 181
026 - uno sguardo verso la zona di Sora
027 - cippo n° 182
028 - cippo incompiuto
029 - cippo n° 183
030 - si continua sempre a passare tra radure tutte uguali, attenzione perché è facile perdersi
031 - non esiste sentiero e nessun punto di riferimento
032 - il bosco, si ha l’impressione di stare sempre nello stesso posto
033 - cippo n° 184
034 - dopo una ripida discesa si intravede il cippo n° 185
035 - cippo n° 185
036 - cippo n° 185 (c’è da dire che ad una ricognizione fatta nel 2006 i cippi risultavano tutti ritti, ora alcuni
sono stati atterrati)
037 - il ritorno alla base di partenza…di notte