Appennino oltre i 2000 metri

Introduzione all'Appennino

 

La catena appenninica si snoda da nord a sud dell’Italia rappresentando la vera spina dorsale della Penisola.

Rispetto al paesaggio alpino si presenta meno maestoso, uniforme e a volte monotono; infatti le montagne non raggiungono i 3000 m d’altitudine e, a differenza della conformazione alpina, hanno forme  rotondeggianti.

Il sistema montuoso suole essere suddiviso in tre parti:

  • Appennino  Settentrionale, che va dal Passo di Calibona, punto di incontro con le Alpi, alla Bocca Serriòla.

  • Appennino Centrale, dalla Bocca Serriòla al Passo di Fòrli ( tra il Fiume Sangro ed il Volturno )

  • Appennino Meridionale, dal Passo di Fòrli allo Stretto di Messina.

L’Appennino Settentrionale può essere diviso in due settori: Appennino Ligure (dal Passo di Calibona 440 m slm, al Passo della Cisa 1039 m) e Appennino Tosco-Emiliano (dalla Cisa alla Bocca Serriola 730 m); esso include pure le Alpi Apuane (rinomate per le ardite forme delle sue vette, anche se inferiore ai 2000 m e per la ricchezza dei suoi marmi) interamente in Toscana e separate dalla dorsale principale dai Fiumi Magra e Serchio.

L’Appennino Centrale si divide nei due settori dell’ Appennino Umbro-Marchigiano (dalla Bocca Serriòla al Passo di Torrita 1005 m) e dall’ Appennino Abruzzese (dal Passo di Torrita al Passo di Fòrli 891 m).

L’Appennino Meridionale si divide in tre settori: Appennino Campano (dal Passo di Fòrli alla Sella di Conza 700 m), Appennino Lucano (dalla Sella di Conza al Passo dello Scalone 744 m), Appennino Calabrese (fino allo Stretto di Messina).

L’approccio alle montagne Appenniniche (per l’escursionista o l’alpinista che ha come meta il raggiungimento della Vetta), è decisamente differente da quello Alpino che, il più delle volte, richiede più giorni di marcia con soste nei rifugi e bivacchi e un’attrezzatura idonea per superare ghiacciai e ripide pareti.

Per la scalata di una montagna appenninica, di solito, basta un solo giorno ma non si pensi che sia cosa banale; infatti spesso si incontrano molte difficoltà nell’attraversamento della fitta boscaglia in zone dove il sentiero non è segnato e non è neanche evidente.

I dislivelli da superare vanno per la maggior parte dai 1000 m ai 1600 m, la lunghezza delle vie normali superano abbondantemente i 10 Km solo andata. A volte si rischia di fallire l’escursione solo perché pur essendo arrivati nei pressi della base di partenza di buon ora (magari dopo essere partito da casa alle cinque del mattino e aver fatto due o tre ore di auto), non si imbocca il sentiero giusto perché non segnato (nonostante risulti segnato e numerato  sulla cartina che portiamo a seguito).

Purtroppo a volte i segni non si trovano perché sbiaditi e intanto il tempo passa inesorabile (poi se si è nella stagione invernale le difficoltà triplicano), quindi se si prende la cosa alla leggera potete stare tranquilli che in Vetta non ci si arriva.

Questo è capitato alcune volte anche a me soprattutto quando ho deciso di salire montagne poco note e raramente frequentate e ancora più volte ho visto comitive (partite insieme a me dalla base con obbiettivo la mia stessa meta) rinunciare  dopo qualche ora all'escursione (sicuramente pensavano a una facile gita con sentiero segnato, comodo ed evidente, non rivelatosi tale sul campo).

Nell’elenco riportato oltre a inserire tutte le montagne più alte dell’Appennino, superiori ai 2000 m, conosciute da tutti gli escursionisti e gli alpinisti, ho inserito pure numerose vette secondarie meno note ma sempre superiori ai 2000 m che hanno un nome oppure sono indicate sulle cartine IGM solo dalla quota, queste cime hanno sempre una correlazione con la vetta madre, di solito sono collegate con questa da creste lunghe poche centinaia di metri a qualche chilometro con un andamento di quota molto vario, qualche volta in piano altre con notevoli sali e scendi.

Sono comunque dei punti panoramici eccezionali da cui si possono ammirare, in tutta la loro bellezza e grandezza, molte località attraversate  durante l’ascensione; è il caso, per esempio, della Cima 1 Est del Murolungo 2059 m (raggiungibile con una piccola deviazione dal sentiero normale che dal Lago della Duchessa sale al Murolungo) da dove si può ammirare in tutta la sua maestosità la parete Nord della stessa montagna e l’ingresso della Grotta dell’Oro.

A pochi minuti dalla Cima 1 si può raggiungere la Cima Nord Est del Murolungo 2053 m, inimmaginabile lo spettacolo che si apre sulLago della Duchessa, sul Monte Morrone e sulla Sella del Mercaturo e ancora la Cima 2 Est del Murolungo 2064 m da dove si ha la miglior visuale sulla parte alta del Vallone di Teve, sull’anfiteatro di Capo di Teve e sugli enormi costoni brecciosi che scendono dalla Cimata Fossa dei Cavalli.

Il più delle volte queste vette non vengono toccate dall’escursionista per molti motivi:

Il primo è che pago di aver raggiunto la meta principale non sente più stimoli a continuare, quindi preferisce rimane sulla vetta per qualche ora e tempo permettendo, si fa pure un sonnellino al sole.

Il secondo motivo è che ha iniziato l’escursione la mattina tardi e quindi arrivato in vetta non ha tempo neanche di cambiarsi e godersi il panorama perché deve iniziare subito la discesa per non trovarsi a percorrere l’ ultima parte del sentiero di notte.

Il terzo motivo è che pur partito con un tempo ottimo questo durante la salita è cambiato e ora c’è nebbia, minaccia pioggia o peggio ancora un temporale.

Il quarto motivo semplicemente non è un collezionista di vette e quindi nonostante che la seconda cima da raggiungere, per esempio, si trova a dieci minuti di cammino da quella principale non gli interessa proprio.

Comunque anche le vette o quote secondarie che si possono toccare, oltre la cima principale, il più delle volte non sono semplici da raggiungere, magari si deve percorrere una crestina  ripida, a sali e scendi e molto esposta su ambo i lati, altre volte invece una cresta facile ma molto lunga, qualche chilometro.

Alcune vette secondarie del tutto sconosciute alla maggior parte degli escursionisti richiedono per essere raggiunte una giornata intera e molti si scoraggiano perché magari quella giornata la possono dedicare al raggiungimento di una cima nota come può essere la Vetta Occidentale del Gran Sasso 2912 m dove da metà Luglio a metà Settembre ci salgono centinaia e centinaia di persone al giorno alcuni equipaggiati in maniera orribile….sandali ai piedi….forse esagero… ma non tanto.

Una cosa importante da dire è che per fare escursioni con intenzioni di raggiungere nello stesso giorno oltre la vetta principale anche vette secondarie che richiedono lunghe cavalcate di cresta bisogna essere pazienti e aspettare le condizioni meteorologiche adatte, tempo stabile da qualche giorno prima della data di partenza e previsione di stabilità ancora per i giorni successivi, così si evita di beccarsi lungo la cresta un fulmine….il primo e ultimo della carriera da escursionista.