Appennino oltre i 2000 metri

Monte Amaro, Cima dell’Altare; dalla Fonte di Nunzio per la Fonte dell'Orso e la Forchetta di Majella

Monte Amaro, Cima dell’Altare

dalla Fonte di Nunzio per la Fonte dell'Orso e la Forchetta di Majella

Nota:

escursione effettuata il 21 Agosto 2011 - Traccia GPX

tempo di salita fino al Monte Amaro: 5,30 ore - ascesa 1550 m

tempo dal Monte Amaro alla Cima dell'Altare: 1 ora

tempo di ritorno dalla Cima dell'Altare all'auto: 3,30 ore

tempo complessivo: 10 ore - ascesa 1700 m - Km 26

da non fare in caso di meteo instabile

altri percorsi:

Monte Amaro dal Rifugio Bruno Pomilio per i Tre Portoni

Fare riferimento alla cartina “Club Alpino Italiano, Sezione di Chieti, GRUPPO DELLA MAJELLA, Carta dei Sentieri, scala 1:25000, Litografia Artistica Cartografica, Firenze”

"MAJELLA, scala 1:25000, Edizioni IL LUPO"

"Parco Nazionale della Majella" - carta escursionistica - scala 1:25.000 - Foglio Nord e Foglio Sud

le foto dal numero 033 al 062 sono relative ad una ricognizione fatta all'inizio Giugno 2017

Percorso auto:

Dall’Autostrada A24 Roma-L’Aquila-Teramo e poi A25 per Pescara (Strada dei Parchi) si esce al casello Pratola Peligna-Sulmona.

Si imbocca la SS 17 che aggira i due paesi tenendoli a destra, ad un bivio si gira a sinistra per i paesi di Pacentro-Cansano-Campo di Giove; al successivo bivio si prende la deviazione a sinistra per Pacentro (vedi NOTA 1 e NOTA 2) e, usciti dall’abitato, si continua a salire fino all'incrocio con la strada che collega i paesi di Santa Eufemia a Majella-Roccacaramanico-Campo di Giove.

Al bivio (quota 1227 m) si va a destra per Campo di Giove; percorsi poco più di 1 Km si giunge presso un curvone, quota 1249 m (località Fonte di Nunzio), dove a sinistra (Est) parte il sentiero P5 (ex numero 13), c’è un grande cartello giallo, dove ci sono indicati tutti gli itinerari con le località raggiungibili da quel luogo (nella ricognizione fatta a Giugno 2017 il cartello giallo non c'è più) e una sterrata chiusa al traffico da una catena, qui si parcheggia.

NOTA 1:

l'escursione descritta è stata effettuata ad Agosto 2011, a quel tempo la strada che da Pacentro portava al Passo San Leonardo era aperta. Da qualche anno, per una frana, c'è il divieto di transito. Attualmente (Giugno 2017) per arrivare alla Fonte di Nunzio, al bivio sopra detto, bisogna trascurare la strada a sinistra per Pacentro e continuare a destra per Cansano-Campo di Giove. All'incrocio dopo aver attraversato il paese di Campo di Giove si prende a sinistra la Strada Provinciale N 54 per Passo San Leonardo. Oltrepassata la località Fonte Romana dopo altri 1,5 Km si giunge alla base di partenza della "gita" (Km 7,100 SP N 54).

NOTA 2:

dalla fine dell'anno 2018 la SR 487 Sulmona-Pacentro-Caramanico Terme è stata riaperta al traffico

Descrizione:

Si inizia a percorrere la sterrata che si lascia dopo poco più di 500 metri per prendere a sinistra un sentiero molto ben segnato (da notare che il CAI di Sulmona ha fatto un ottimo lavoro segnando in maniera perfetta questa via).

Si sale ripidamente a zigzag nel bosco su fondo comodo, più in alto si incrocia la sterrata abbandonata in precedenza e la si lascia nuovamente guadagnando quota, infine ci si immette ancora sulla sterrata che però finisce poco più avanti.

Si sale sempre ripidamente e a svolte nel bosco fino a uscirne presso la caratteristica Fonte dell’Orso, quota 1706 m, 50 minuti (esce un filetto d’acqua che va a finire in due vasche messe in cascata e scavate in tronchi di legno).

Con una lunga diagonale si raggiunge lo Stazzo 1836 m, c’è rimasto la base dei muri perimetrali e tutto in torno un verde intenso rispetto al prato circostante. Il sentiero passa poco più sopra del rudere (al contrario di com’è disegnato sulla cartina), pochi metri più avanti c’è l’incrocio con il sentiero P4, ex 13A, che sale da Fonte Romana e porta a Campo di Giove.

Si segue questo sentiero a sinistra per 1 Km fino ad un secondo bivio dove lo si abbandona per prendere a sinistra quello numerato P1, ex 1E, che sale a mezza costa il Fondo di Majella, poi a ripide svolte, su pietraio,  si raggiunge la Forchetta di Majella 2390 m. Ottimo il panorama sulla Piana di Sulmona, Pacentro, il Gruppo del Monte Morrone e una parte dei monti del PNALM.

Tempo di salita (dalla base di partenza) 2,30 ore.

Ora, in leggerissima discesa, si costeggia il Fondo di Femmina Morta (un caratteristico altopiano circolare che si tiene a destra) e si entra nella Valle di Femmina Morta a quota 2380 m, qui termina il sentiero P1 e si continua sul sentiero P, ex numero 1, proveniente da Guado di Coccia-Campo di Giove.

Si percorre la lunga e luminosa valle, ormai stiamo in un ambiente lunare, desertico, circondati da immensi pietrai e sfasciumi; a quota 2488 m il sentiero sale il costone Nord-Ovest del Monte Macellaro toccando la quota di 2554 m dove si giunge ad un quadrivio di sentieri, la località è chiamata Altare dello Stincone, c’è una tabella metallica con inciso il nome (in realtà l’Altare dello Stincone è la quota di 2413 m che si trova 2 Km più a Sud-Est di questo luogo e domina la Valle di Taranta, vedi articolo uscito sulla rivista del Club Alpino Italiano - Lo Scarpone n. 10/1995 pag 54).

Ancora in direzione Nord, in poco tempo si giunge sulla cresta dove si trova la Grotta Canosa 2604 m (altra tabella metallica). Con una piccola deviazione si può andare a curiosare, poi, senza tornare indietro, si aggira la grotta tenendola a sinistra e deviando in direzione Nord-Ovest si riprendere il sentiero poco prima lasciato.

Salendo lungo l’ampia dorsale si raggiunge il Caratteristico Bivacco Pelino (di forma rotonda e colore rosso, sembra un disco volante) e poco più in alto la Croce di vetta del Monte Amaro (tempo totale 5,30 ore, dislivello di salita 1550 m circa).

Per toccare l'omino di pietre della Cima dell'Altare dal Monte Amaro si ritorna alla Grotta Canosa e poi si attraversa tutto il Piano Amaro in direzione Nord-Est (il percorso non è segnato sul campo e non c'è sentiero) fino all'evidente punta di quota 2542 m, 1 ora.

Tempo di ritorno dalla Cima dell'Altare all'auto, per la via d'andata, è di 3,30 ore - ascesa totale 1700 m - Km percorsi 26

cartina 1-2 particolare del Fondo di Majella

cartina1-2 particolare Fonte di Nunzio-M Amaro-C Altare

cartina 2-2

cartina2-2 Fonte di Nunzio-M Amaro-C Altare

grafico altimetrico

Fte di Nunzio-M Amaro-C dellAltare

001a - Fonte di Nunzio 1249 m (Giugno 2017), non c'è un fontanile ma una sorgente

001a

001b - Fonte di Nunzio 1249 m, particolare (Giugno 2017)

001b

001 - dalla località Fonte di Nunzio, 1249 m, uno sguardo sul Monte Morrone

001

002 - la Forchetta di Majella vista dalla base di partenza dell’escursione (località Fonte di Nunzio 1249 m)

002

003 - il sentiero ha cambiato nome da n. 13 a P5

003

004 - Fonte dell’Orso 1706 m

004

005 - il Fondo di Majella 1750 m

005

006 - segnaletica nei pressi dello Stazzo, quota 1836 m, con i numeri dei sentieri corretti

006

007 - la faticosa rampa da risalire per raggiungere la Forchetta di Majella

007

008 - raggiunta la Forchetta di Majella, tempo impiegato dalla partenza 2,30 ore (di solito ci si impiega 3 ore)

008

009 - il Fondo di Femmina Morta visto dalla Forchetta di Majella

009

010 - il Laghetto, 2451 m, nella Valle di Femmina Morta

010

011 - cartello che indica erroneamente l’Altare dello Stincone

011

012 - in vista della Grotta Canosa 2604 m

012

012a - la nuova segnaletica (ricognizione Giugno 2017), la Grotta Canosa ricoperta dalla neve

012a 

013 - indicazioni per la Grotta Canosa

013

014 - la Grotta Canosa, ottima come ricovero d’emergenza anche se dentro è abbastanza freddo

014

015 - la Grotta canosa 2604 m

015

016 - la Grotta Canosa 2604 m

016

017 - salendo lungo la cresta Sud-Est del Monte Amaro

017

018 - salendo lungo la cresta Sud-Est del Monte Amaro

018

019 - in vista del Bivacco Mario Pelino a pochi metri dalla cima del Monte Amaro

019

020 - ci sono parecchi escursionisti

020

021 - un primo piano del Bivacco Mario Pelino, dietro si nota la Croce di vetta con, a destra, un palo

triangolare di ferro che indica il punto trigonometrico

021

022 - l’interno del Bivacco Mario Pelino, ci sono 10 posti letto

022

022a - la parete del Bivacco Mario Pelino imbrattata e il vetro di un finestrino rotto (ricognizione

Giugno 2017)

022a

022b - Bivacco Pelino imbrattato da scritte di ogni genere...non ho parole (ricognizione

Giugno 2017)

022b 

023 - la vetta del Monte Amaro 2793 m, tempo di salita 4,20 ore (di solito ci vogliono 5,30 ore)

023

024 - Monte Amaro 2793 m

024

025 - il palo triangolare di ferro che indica il punto trigonometrico (uguale a quello che si trova sulla vetta

del Monte Terminillo) e il Bivacco Mario Pelino

025

026 - il Bivacco Mario Pelino costruito nel 1981 dalla Sezione CAI di Sulmona, a sinistra si notano dei ruderi

testimoni di altri ricoveri qui esistiti: Rifugio Vittorio Emanuele II, edificato in pietra nel 1890 dalla Sezione del

CAI di Roma e distrutto da un bombardamento aereo nel 1944 e Bivacco metallico Falco Maiorano costruito

nel 1965 dalla Sezione CAI di Chieti e distrutto da una bufera nel 1974.

026

027 - Teresa presso il Rifugio Mario Pelino sul Monte Amaro 2793 m

027

028 - Giuseppe presso il Rifugio Mario Pelino sul Monte Amaro 2793 m

028

029 - dalla vetta del Monte Amaro ci avviamo verso la Cima dell’Altare

029

030 - attraversiamo il Piano Amaro dove ci sono curiosi fenomeni d’erosione carsica

030

031 - una grotta nel Piano Amaro

031

032 - l’omino di pietre sulla Cima dell’Altare, grande lo spettacolo verso la costa adriatica se il meteo lo

permetteva..., purtroppo c’era foschia.

Dal Monte Amaro alla Cima dell’Altare ci si impiega 1 ora, tempo di ritorno all’auto 3,30 ore, ascesa totale

1700 m circa.

032

le foto dal numero 033 al 062 sono relative ad una ricognizione fatta all'inizio Giugno 2017

033 - Valle di Femmina Morta, in fondo Monte Macellaro 2636 m

033

034 - Valle di Femmina Morta, in questo periodo la neve ancora resiste al caldo

034

035 - Valle di Femmina Morta; si inizia a vedere la cima del Monte Amaro

035

036 - Valle di Femmina Morta, in fondo la cima del Monte Amaro con il caratteristico rifugio

036

037 - Valle di Femmina Morta, molto lunga

037

038 - Valle di Femmina Morta

038

039 - Valle di Femmina Morta

039 

040 - Valle di Femmina Morta, ci avviciniamo al Laghetto, quota 2451 m

040 

041 - Valle di Femmina Morta

041

042 - Valle di Femmina Morta, stupenda immagine dello scioglimento della neve presso il Laghetto

042

043 - Valle di Femmina Morta, il Laghetto in questo periodo assomiglia al Lago di Pilato (Sibillini)

043

044 - Valle di Femmina Morta, il Laghetto 1451 m

044

045 - Valle di Femmina Morta, blocchi di neve ghiacciata che resistono al disgelo

045

046 - Valle di Femmina Morta

046

047 - Valle di Femmina Morta, il Laghetto 2451 m

047

048 - Valle di Femmina Morta, dopo lo stupendo incontro con il Laghetto si prosegue

verso il Monte Amaro

048

049 - Valle di Femmina Morta, uno sguardo all'indietro

049 

050 - Valle di Femmina Morta

050

051 - Valle di Femmina Morta

051 

052 - Valle di Femmina Morta

052

053 - Valle di Femmina Morta, un incontro casuale con una Croce fino ad allora sconosciuta

053

054 - Valle di Femmina Morta, croce costruita con pesanti travi di ferro saldati

054

055 - Valle di Femmina Morta

055 

056 - Valle di Femmina Morta, ci troviamo sotto la parete Sud del Monte Amaro 

056

057 - Valle di Femmina Morta, iniziamo l'ascesa verso la vetta con alcuni traversi. La neve

è perfetta, dura quanto basta per la salita senza ramponi 

057

058 - Valle di Femmina Morta

058

059 - Monte Amaro, il caratteristico Bivacco Pelino, in primo piano i resti del

vecchi rifugio in pietra

059

060 - Monte Amaro, la Croce e il punto trigonometrico di vetta, quota 2793 m

060

061 - Monte Amaro 2793 m, una bellissimo panorama

061

062 - Valle di Femmina Morta, il Laghetto visto dall'alto

062